Consigliere dal ’90, avrà super assegno.
Polverizzato il precedente record. Ora la palma per la liquidazione più alta tra i consiglieri regionali viene conquistata dal foggiano Lucio Tarquinio. Consigliere regionale di lungo corso, un mese fa è stato eletto senatore nella lista del Pdl. il suo assegno di fine mandato corrisponde a 587 mila euro lordi, il più alto mai corrisposto fino a questo momento. Ben superiore a quello da 492mila (record assoluto fino a qualche settimana fa) versato al monopolitano Giovanni Copertino quando nel 2010 lasciò il Consiglio regionale. La differenza di assegno deriva dagli anni che ciascuno dei due ha trascorso nei banchi di Via Capruzzi: dal 1990 al 2010 il Copertino, dal 1990 al 2013 il Tarquinio. I tre anni in più sono stati determinanti: per il resto i criteri di calcolo sono i medesimi. E – va aggiunto – stratosferici: si moltiplica l’indennità annuale lorda per il numero delle legislatura in cui si è restati in carica (la frazione di legislatura è calcolata in proporzione). Detto in termini equivalenti, si tratta di circa 2,5 stipendi mensili per ogni anno di carica (ai lavoratori comuni tocca circa uno stipendio per ogni anno di lavoro). Va anche aggiunto che il Bengodi dal primo gennaio 2013 è cessato, dopo che gli scandali in giro per l’Italia hanno indotto il governo e poi le varie Regioni ad adottare norme più restrittive. In Puglia si è provveduto con la legge 34 nello scorso mese di dicembre: sono stati aboliti sia i vitalizi (le pensioni) sia gli assegni di fine mandato (le liquidazioni). Naturalmente, tutto quello che era stato maturato fino al 31 dicembre 2012 è rimasto in piedi. Così Tarquinio potrà riscuotere tranquillamente la sua liquidazione (ha già fatto domanda assieme ad altri 29 consiglieri). E una volta che sarà in pensione, anche il suo vitalizio. I consiglieri hanno diritto anche di chiedere l’anticipazione sulle liquidazioni (fino all’80% del maturato al momento della domanda). Quasi tutti l’hanno fatto: anche per distribuire su più anni la cifra e contenere il prelievo fiscale. Sicché nel grafico si distingue tra il maturato e l’anticipazione già incassata. Assieme a Tarquinio hanno presentato domanda anche Pietro Lospinuso, Nino Marmo e Rocco Palese. Tutti tre in carica dal 1995: hanno diritto a 458 mila euro lordi. Il presidente del consiglio Onofrio Introna (Sel) è in carica ininterrottamente dal 1992, ma non lo è stato nella legislatura 2000-2005: la sua liquidazione, 414 mila euro è più bassa di quella assegnata al gruppo precedente. Mario Loizzo, Michele Pelino (Pd) e Michele Ventricelli (Sel) sono in carica dal 2000: l’assegno è pari a 328 mila euro. Seguono via via tutti gli altri. Tra i percettori figura Simone Brizio (ex Forza Italia): è rimasto in carica dal 2000 al 2008, poi fu sospeso e infine dichiarato decaduto a causa di una condanna penale: 220 mila euro. Coloro che sono stati eletti nel 2005 (Buccoliero, De Leonardis, Gentile, Romano, Ognissanti) hanno diritto ad una liquidazione di 198mila euro. Ai consiglieri eletti nella primavera del 2010 (due anni e mezzo di carica, fino al 31 dicembre 2012) va la cifra più bassa: 69 mila euro.
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