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Rodi/ La verità di D’Anelli

“Non ci sono più limiti alle promesse, la gente è avvelenata”. L’ex sindaco: tra povertà e disoccupazione, si annida il malaffare e la violenza.

 

"In dieci anni di mia sinda­catura, il paese ha vissuto nel­l’armonia, adesso invece si trova nel caos e nella discor­dia, c’è qualcosa che non quadra se solo ora si susse­guono fatti criminali". A par­lare con tale forza alla nostra testata è l’ex sindaco di Rodi Garganico, attuale consiglie­re provinciale, Carmine D’A­nelli, vittima lo scorso sabato di un attentato contro la pro­pria abitazione, colpita da uno sparo di fucile a palletto­ni. Sua moglie, sua figlia e un amico di famiglia sono stati violati da ignoti mentre sta­vano provando in un clima di serenità e goliardia alcuni brani al pianoforte. Ieri il po­litico rodiano è stato ascolta­to in Prefettura dal Prefetto Luisa Latella e dal Coman­dante provinciale dei Carabi­nieri Antonio Basilicata, do­po che i due avevano avuto un vertice con l’attuale sindaco Nicola Pinto. Quest’ultimo il quale ha invitato le istituzio­ni alla massima sinergia per combattere il fenomeno vio­lento sul Gargano. Da parte sua la Prefetta, invece, ha sol­lecitato il sindaco ad abbas­sare i toni da perenne campa­gna elettorale. Ma i toni del­l’opposizione si sono ormai del tutto spenti dopo le di­missioni di Ventrella e di Carmine D’Anelli ufficializzate ieri l’altro nel corso del consiglio comunale. Chi si augurava che i non eletti della lista Ventrella avessero in animo di su­bentrare ai due leader è stato subito smentito. Ar­riva dall’avvocato Corinna Panella, candidata consigliera della Lista Ventrella e vicina alle posi­zioni del movimento politico dell’eletto regiona­le Pino Lonigro Socialismo Dauno, la comunicazione dei candidati della Lista. Dimissioni, nes­sun ripensamento possibile, rimarca. Si tratta di una decisione riflettuta e concordata insieme. E spiega: "Tutti i componenti della Lista "Ventrella Sindaco" hanno autonomamente e in piena li­bertà e coscienza deciso di rifiutare l’assunzione dell’incarico in surroga dei consiglieri dimissio­nari, non solo in segno di vicinanza all’ ex sindaco d’Anelli dopo il gravissimo fatto che ha colpito la sua famiglia, a cui sono legati non solo da rappor­ti di stima reciproca ma anche di affetto, ma soprattutto quale gesto di decisa e forte protesta e dissenso rispetto ad un modo di condurre la gestione della cosa pubblica e i rapporti con i citta­dini molto lontano dalle concezioni che animano lo spirito del gruppo sostenitore dei consiglieri di minoranza dimissionari. La situazione politica e civile di Rodi richiedeva un gesto forte, magari estremo, ma utile, se non altro, a stemperare il cli­ma di tensione che dalle dinamiche politiche si era esteso ed allargato fino a coinvolgere in ma­niera esasperata la vita dei cittadini. Ciascuno farà le proprie riflessioni in merito anche alle ra­dici di questa situazione, che, forse, sono da ri­cercare proprio nei toni e nelle modalità di azio­ne e propaganda che hanno caratterizzato la scorsa campagna elettorale". Sul punto è catego­rico D’Anelli. "Ci siamo dimessi, e le dimissioni dei consiglieri sono irrevocabili. Il Comune di Ro­di sarà il primo ente locale in provincia ad essere rappresentato solo dalla maggioranza. Quello che sta accadendo è legato alla politica, non ci so­no più limiti alle promesse e qualcuno ha comin­ciato a rumoreggiare. Rodi era un paese sotto controllo a tutti i livelli, perché la gente aveva im­parato a comprendere le regole di un vivere civi­le" . Secondo Carmine D’Anelli la campagna elet­torale di Nicola Pinto improntata sulle promesse ha esasperato gli animi. L’esponente socialista avrebbe assicurato a molti operatori turistici ed ecologici contratti a sei mesi invece che 3, part ti­me a sei ore anziché alle attuali 3 ore. Insomma, Pinto ha creato in paese un’ enorme aspettativa. Una speranza occupazionale totalmente disatte­sa. "La gente si è inviperita. Prima Veneziani, un piccolo imprenditore, un bravo ragazzo, ma neo­fita della politica, che trovandosi allo sbaraglio ha esagerato con i rinvii e adesso è toccato a me. Da più parti si comincia il dire che ho lasciato una montagna di debiti e che è questo il motivo per il quale non si possono fare certe assunzioni. Ov­viamente tutto questo è falso. Il bilancio è stato funestato da alcuni contenziosi antichi e da so­pravvenienze passive imprevedibili". Tra le tante promesse lanciate da Pinto anche quella di un fantomatico condono nei riguardi di alcuni abu­sivi che vivono a ridosso del centro abitato. Ebbe­ne, in campagna elettorale Pinto avrebbe garan­tito a questi potenziali elettori una sanatoria, ma qualche settimana fa gli interessati si sono visti recapitare una ordinanza di demolizione firmata proprio dal sindaco, il quale, per tutta discolpa secondo la versione della Lista Ventrella, giustifi­cherebbe il suo atto addebitandolo all’opposi­zione ostruzionistica di D’Anelli. "Non ti posso sanare la casa per colpa di D’Anelli. Dicendo così Pinto non fa altro che inasprire il clima. La gente è spaventata per il futuro ed è normale che in tan­ta povertà e disoccupazione si annidi il malaffare e la violenza", conclude l’ex sindaco.

Antonella Soccio
l’Attacco

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