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Intimidazioni agli amministratori: la Puglia è al quarto posto

Venti episodi tra il 2011 e il 2012 mettono la Puglia al quarto posto della classifica nazionale per le intimidazioni agli amministratori pubblici.

 

Un dato pesante ma destinato ad aggravarsi, sia per quanto accaduto nei primi tre mesi del 2013, sia per una legislazione che limitando le spese «ha for­temente limitato la capacità dei sindaci di gover­nare bene i propri territori». Presentando a Bari il r~pp0r:t0 «Amministratori sotto tiro», il presidente di AVVISO pubblico, Andrea Campinoti, ha lanciato l’allarme su un fenomeno potenzialmente inar­restabile: «Lo Stato – ha detto – si concentra soltanto sulla tenuta dei conti pubblici, ma ha finito per compromettere la capacità_degli Enti locali di co­struire diritti e opportunità nel territori: e questo aumenta la capacità di penetrazione delle orga­nizzazioni malavitose». Il campionario delle intimidazioni è lungo: au­tomobili o portoni d’ingresso bruciati, danneggia­menti, fino ad arrivare alle aggressioni. Partico­larmente grave la situazione nella Bat, seguono Foggia, Lecce e il Barese, con una preoccupante tendenza a non denunciare che inficia il valore delle statistiche: eppure, in quanto a numeri, il rapporto di Avviso pubblico smentisce le equazioni tradizionali, visto che la prima regione dell’elenco è di gran lunga la Lombardia. «Agli amministra­tori locali – ha detto Campinoti – servono strumenti, strumenti adeguati a dare risposte ma anche a. garantire la sicurezza degli amministratori locali». Lo sa bene il sindaco di Bari, Michele Emiliano: «Da oltre due anni e mezzo – ha detto – ho chiesto inutilmente al ministero dell’Interno di poter avere la mappa dei crimini com­messi in città. I sindaci sono quelli che ci mettono la faccia, e allo stesso tempo quel­li con i minori poteri in maniera di ordine pubblico: eppure, con i propri strumenti, potrebbero fornire un ausilio importante alle forze dell’ordine». A livello nazionale, le intimidazioni nei confronti degli amministratori locali si caratterizzano quasi sempre per 16 scarso rilievo delle cause scatenanti: ci sono, è ovvio, episodi collegati con la criminalità mafiosa, ma si tratta di una sparuta mi­noranza. Molto spesso, invece, i sindaci (ma anche i dirigenti comunali, a volte colpevolmente lasciati soli) devono subire le rappresaglie di chi ritiene d’ essere stato danneggiato nell’esercizio di un proprio diritto. La violenza come forma di pressione sugli apparati degli enti locali potrebbe essere an­che la chiave di lettura di quasi tutti gli episodi accaduti nell’ultimo anno in Puglia. «Un quadro allarmante – secondo il capogruppo Pd alla Regione, Pino Romano -, anche perché la spending review ha riguardato anche le forze dell’ordine con pericolosi tagli al personale e alle risorse a loro destinate». E intanto da oggi cominciano le tappe pugliesi della Carovana antimafie: tre giorni a Bari, venerdì appuntamenti a Brindisi, sabato a Lecce e pro­vincia, domenica chiusura nel Foggiano. 

 

 

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