Troppi evasori: il Comune di Bari pronto al prelievo forzoso vara la linea dura.
Il Comune di Bari è pronto a procedere al prelievo coatto delle tasse non pagate. Una linea dura già intrapresa da altre amministrazioni (è il caso del Comune di Parabita, nella provincia di Lecce) che servirà a rimettere in riga quegli evasori che, nonostante i solleciti dell’amministrazione, non hanno ancora provveduto al pagamento delle tasse arretrate di Tarsu e Ici. L’anno scorso il Comune ha inviato più di 10mila e cinquecento avvisi di accertamento, 28 milioni di euro l’ammontare dell’evasione fiscale, di cui 11 milioni già nelle casse comunali. «Abbiamo intensificato la lotta all’evasione – spiega l’assessore al Bilancio, Gianni Giannini – considerando i pagamenti dell’Ici, della Tarsu e delle tasse sulla pubblicità e le pubbliche affissioni. Raddoppiando i risultati rispetto ai passati anni», Sono 2.446 gli avvisi di accertamento nei confronti di cittadini che non avevano pagato l’Ici, 7.765 per la Tarsu e 328 per le altre tasse comunali. Per il momento si tratta solo di «accertamenti bonari», in sostanza il Comune ha invitato i cittadini a regolarizzare la loro posizione (per un totale di 11 milioni di euro da recuperare). Se entro tre mesi (il termine scadrà a maggio), ci sarà ancora qualcuno che non avrà provveduto ai pagamenti arretrati, potrebbero scattare le procedure coatte. Ma solo per chi non ha presentato ricorso e quindi non è stata intentata una causa giudiziaria. In questo caso bisognerà attendere il responso del giudice, con aggravi per il contribuente presunto evasore sui costi.
Prima dell’estate, quindi, potrebbero partire gli accertamenti coatti. In questo caso il Comune dovrà fare ricorso ad un istituto di riscossione dei crediti, perché da solo non ce la farebbe, sia per questioni di costi sia di personale. “Per il momento – aggiunge Giannini – non ci sono accertamenti diventati esecutivi. Quando scadranno i termini, vedremo sul da farsi, consultando anche l’Avvocatura. Ma comunque quel tipo di procedimento di pignoramento è previsto dalla legge quindi l’amministrazione ha ben poco da decidere in merito”. Il Comune di Bari ha avviato una battaglia contro l’evasione fiscale. Attivando una task force che ha incrociato i dati dell’Agenzia delle Entrate, dell’ Anagrafe, della Camera di Commercio e che ha individuato più di 10mila e 500 probabili evasori in città per un ammontare di 28 milioni di euro che raggiunge i 42 milioni di euro se si sommano anche le sanzioni e gli interessi. Di questi fondi, 14 milioni di euro sono già nelle disponibilità comunali, in attesa di accertamenti per i restanti procedimenti aperti (11 milioni di euro). Nella lista degli evasori ci sono anche enti come la Fiera del Levante dal quale il Comune sta attendendo il pagamento di quasi un milione e 200mila euro per la Tarsu, o l’Università di Bari che ha ricevuto un accertamento per arretrati Ici di due milioni e mezzo di euro e per i quali già sta cercando delle soluzioni o un accordo bonario con l’amministrazione. Partiranno a breve anche ulteriori controlli in collaborazione con lo Spesal per individuare le ditte che hanno lavoratori in nero e che quindi non pagano i dovuti contributi all’amministrazione e allo Stato. «Quella dell’evasione fiscale – conclude Giannini – è una battaglia che porteremo avanti senza sosta. Negli ultimi anni abbiamo recuperato milioni di euro e abbiamo attivato una squadra ad hoc proprio per incentivare i controlli, a tutela non solo della stessa amministrazione, ma dei cittadini che con tanti sacrifici pagano regolarmente le tasse».
Samantha Dell’Edera
Corriere del Mezzogiorno
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