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Vico/ Restare “cittadini” con questi ” amministratori”

Riceviamo e pubblichiamo          

 

Con troppa facilità abbiamo dimenticato il ruolo di cittadini. In generale, e in modo particolare da noi, gente della Montagna del sole, continuiamo a definirci pomposamente cittadini senza esserlo. Scegliamo, di volta in volta, senatori, deputati, sindaci, assessori che ci fanno piovere addosso tonnellate di promesse, tracimano, nei rari incontri, progetti e programmi, vomitano parole senza pensiero. Eppure sono scelti da noi. Il voto dei “tifosi”, quello del campare e del compare, quello del c’ho famiglia, quello del voto di scambio, quello della pacca sulla spalla, quello dell’intrallazzo speculativo, producono “amministratori” senza sostanza che pretendono di guidare e risolvere i problemi del territorio, dell’economia, delle infrastrutture, colmare i ritardi, camminare sulle acque.
Poi ci giriamo attorno e ci accorgiamo, sempre dopo, che i nostri paesi cadono a pezzi, quei pochi beni artistici crollano qua e là, le vie cittadine perennemente sporche e piene di buche, i nostri centri storici stravolti e manomessi, il nostro valore più grande “il paesaggio” attaccato dalla speculazione più infame, le poche infrastrutture risalgono al secolo scorso.
Le cronache di questi giorni, nella mia Vico del Gargano, fanno registrare uno scontro fra la minoranza (dopo il primo abbandono ancor più minoranza) delle larghe contese alla giuda del paese e una maggioranza all’opposizione su di un tema assai delicato: l’uso del territorio e delle sue bellezze. Le osservazioni al PUG, presentate dalle opposizioni e le preoccupazioni espresse e ripetute dalle associazioni ambientaliste, fanno carta straccia del lavoro di Ecosfera e aprono uno scenario inquietante che, se spinto all’estremo, porterebbe ad una vera e propria azione risarcitoria a tutela degli interessi dei cittadini tutti.
Qualche giorno dopo si dimette dalla maggioranza un Consigliere comunale,l’ing. Mario Monaco, carico di deleghe: Opere e Lavori Pubblici, Energia Rinnovabile, Innovazione tecnologica, Gestione del demanio e del patrimonio, Edilizia sportiva, Infrastrutture. Le ragioni ufficiali delle dimissioni: lavoro e famiglia. Si aspettava una parola dalla maggioranza, invece nulla, silenzio, anticipato dall’ormai fiabesco sorriso idiota. Subentra in Consiglio comunale l’Assessore esterno, avv. Massimo Fiorentino per “cementare” una più salda e santa alleanza con il resto delle larghe sottintese. Anche lui, l’Assessore non più esterno, carico di deleghe: Politiche ambientali, Mobilità e trasporti, Protezione civile, Politiche comunitarie. Segue una dichiarazione, un comunicato? Tutto inutile. Il cittadino deve accontentarsi del sorriso. Si dimette da un incarico di lavoro un libero professionista vichese che operava nella piana di Calenella, dopo che, sembra, aver segnalato delle irregolarità su di un cantiere nella sensibile area che si cerca faticosamente di salvaguardare. Tutte le pubbliche autorità del borgho più sporco d’Italia restano con la bocca cucita, al massimo un sorriso. Nel limbo dei pensieri svolazzanti resta il problema irrisolto della pulizia e del decoro del paese:” Prenderemo il toro per le corna. A settembre questo schifo cesserà”– mi assicurarono – invece, hanno preso un mulo per la coda. Mai Vico del Gargano, nemmeno ai “profumati” tempi dei carri, ha presentato questo volto raffazzonato, sporco, indecente. La causa, di questo servizio appena abbozzato, va ricercata nelle modalità di un appalto regolate da condizioni economiche che qualsiasi “amministratore”, pubblico o privato, si andrebbe a pulire il culo. Dall’Assessore all’Igiene Pubblica silenzio assoluto, nemmeno le dimissioni per decoro. Si scatena una stucchevole e idiota corsa “a chi la spara più grossa” sui beni della disciolta Comunità Montana e, sul palazzo della Bella bene pubblico, si riaffaccia un Consorzio Gargano che ha dilapidato oltre 15 miliardi di fondi pubblici per una incipriata tirata a festa. Il palazzo sta cadendo a pezzi. Non solo. Non si capisce a quale titolo risorge e con quali pretese dopo che un tribunale della Repubblica ha sentenziato:”…accoglie la domanda formulata dalla Comunità Montana del Gargano o, per l’effetto, dichiara l’intervenuta risoluzione di diritto della convenzione contratto intercorsa tra le parti di cui all’atto del 17.5. 1996 rogato dal segretario della Comunità Montana, per inadempimento del Consorzio Gargano”. Continua:” Condanna il Consorzio Gargano alla restituzione, in favore della Comunità Montana del Gargano, dell’immobile denominato “Palazzo della Bella”, con pertinenze ed accessori, ubicato in Vico del Gargano”. E pur vero, come ci hanno insegnato gli impresentabili burlesconiani, che c’è l’appello e, dopo l’appello, la Cassazione e la Corte Europea ma, da una veloce letture delle carte penso che nessuna Corte d’Appello e nessuno stuolo di avvocati potrà prendere in seria considerazione la possibilità di modificare la sentenza di primo grado. Di tutto questo ci dovremmo preoccupare, in attesa della prossima sventagliata di feste, farina e funerali. Confido in San Valentino e nel suo dito medio, teso, dritto, alzato in direzioni dei miei amministratori. Preghiamo.

Michele Angelicchio