Menu Chiudi

Fermate soppresse SS89/ Cislaghi: “Indifferenza della Prefettura. Organizziamo la protesta”

“E’ passato quasi un anno da quando SITA ha soppresso quasi tutte le fermate tra l’aeroporto militare di Amendola e il bivio per San Marco in Lamis sulla SS. 89.  Sono passati tre mesi da quando la Prefettura di Foggia ha convocato un tavolo tecnico, sollecitato dalle persone cui è stata negata la possibilità di usare i mezzi pubblici, per verificare la possibilità di ripristinare le fermate soppresse”.

 

Inizia così lo sfogo di Giorgio Cislaghi, segretario del circolo Che Guevara, in merito alla questione della soppressione delle fermate autobus lungo la Strada Statale 89. Cislaghi sottolinea il vuoto lasciato dietro l’intervento di Anas e Polizia Stradale – impegnate a depositare le proprie considerazioni le loro proposte di fattibilità in Prefettura . E Cislaghi si chiede: “Perché la Prefettura continua a non riconvocare le parti?”. Quello che il segretario del circolo Che Guevara denuncia è l’indifferenza delle istituzioni di fronte al disagio patiti da studenti e studentesse, lavoratori e casalinghe, obbligati a percorrere chilometri di strada a piedi per poter usare i mezzi pubblici per spostarsi da casa versi i luoghi di studio e lavoro.
“Inutili sono i ripetuti solleciti fatti dal comitato popolare, 260 i firmatari della petizione depositata in Prefettura, per vari e fantasiosi motivi”. “Si ha l’impressione che alla rappresentanza del governo Italiano non interessi più di tanto risolvere il problema delle persone che hanno confidato nella sensibilità del Prefetto”. “Dai sopralluoghi era emersa la possibilità di ripristinare almeno due fermate, in corrispondenza dei ponti 13 e 14, come chiesto dal Comitato Popolare, come era emersa, paradossalmente, la pericolosità della fermata effettuata in corrispondenza dell’aeroporto di Amendola in direzione Foggia”. “Di fronte all’indifferenza della Prefettura, all’assenza di interventi dell’amministrazione Provinciale nonostante l’apprezzabile disponibilità di ANAS e Polizia Stradale, non resta che organizzare la protesta che comincerà nei prossimi giorni con azioni tese a far conoscere a tutta la comunità i problemi che vivono le persone a cui è negato il diritto a fruire dei servizi pubblici, servizi che pagano comunque versando le tasse dovute alle amministrazioni pubbliche”.