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Famiglie con figli penalizzate nell’accesso a visite mediche ed esami clinici

La denuncia di Famiglie Numerose: troppo care, 6 su 10 rinunciano.

 

Famiglie con figli penalizzate quando si recano agli sportelli di ospedali e
centri medici convenzionati per pagare il tiket. È la tesi dell’osservatorio
politico dell’Associazione nazionale famiglie numerose. Secondo Anfn le
Regioni, nel chiedere alle famiglie di compartecipare alle spese sanitarie,
non tengono conto del carico che si assume una coppia che ha messo al mondo
uno o più figli. «È persino lapalissiano – denuncia Carlo Dionedi – che, a
parità di reddito, la capacità contributiva di una coppia con figli sia
minore rispetto a quella di un single». Lo stesso svantaggio ha una coppia
unita in matrimonio (civile o concordatario) rispetto ad una coppia di
fatto: alla prima si chiede il reddito familiare, alla seconda il reddito
del singolo fruitore della prestazione.

Insomma, la «legislazione in tema di ticket sanitari – secondo l’esperto – è
in aperto contrasto con l’articolo 53 della Costituzione, che prevede come
ogni tipo di imposizione tributaria sia informato a criteri di
progressività».

Il risultato di questa anomalia è sotto gli occhi di tutti: «57 famiglie con
figli su 100 sono costrette a rinunciare a cure e ad esami clinici». «Ciò
accade – commenta Giuseppe Butturini, presidente nazionale delle Famiglie
numeorse – perché purtroppo in Italia, a fronte di un "favor familiae"
contemplato dalla Costituzione, le politiche familiari sono deficitarie e
frammentarie, lasciate per lo più alla sensibilità personale di qualche
amministratore. Con l’effetto, certificato dall’Istat, che la percentuale
delle famiglie che arrivano sulla soglia di povertà cresce in modo
esponenziale alla crescita del numero dei figli».

Come superare questa iniquità? «potremmo aumentare le diverse soglie di
reddito di un congruo importo per ogni figlio che fa parte del nucleo
familiare anagrafico (è di ottomila euro l’anno la cifra stimata per il
mantenimento di un figlio) e nel contempo abbassare le soglie-base di
reddito – osserva Carlo Dionedi. Oppure fissare un limite di reddito
pro-capite. L’importante è salvare il principio della ‘capacità
contributiva’ del nucleo, perché non c’è cosa più iniqua che trattare allo
stesso modo situazioni tra loro differenti e talvolta molto differenti».

Famiglie numerose
Andrea Bernardini 339. 1226525