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Vico del Gargano – Una Bugatti in giro per il paese

 

Siamo nel 1934, sulle strade bianche e polverose che portano a Vico del Gargano sfreccia una Bugatti, lasciando dietro una lunga nube di polvere stradale. A bordo di questa bellissima e costosissima vettura una coppia che sembra uscita dai romanzi di Francis Scott Fitzgerald.

 Entra in paese da via Giuseppe di Vagno, curva a sinistra in piazza Marconi, percorre un pezzo di Corso Re Umberto e si ferma al centro di piazza San Domenico, scendono dalla vettura i genitori di Ferruccio Castronuovo; giramondo, cabarettista a Parigi, chanteur per vivere, regista, una lunga collaborazione con Fellini, Sergio Leone, Zampa, Nanny Loi. Oggi raccoglie e racconta frammenti della lunga e creativa vita di artista. E’ lui stesso a raccontarci questo pezzo di storia:” Intorno alla Bugatti si crea subito un cerchio di curiosi, ma cosa ci fa una tale ed impossibile vettura a Vico del Gargano? In quel periodo erano ancora poche le auto circolanti in paese, non esistevano strade asfaltate, distributori di benzina, A Vico si girava ancora a cavallo o con il calesse.
Mio padre era un giovane avvocato, fresco di laurea e sicuramente povero in canna, non poteva assolutamente permettersi il lusso di possedere una Bugatti, era come dire che mio padre poteva permettersi una Ferrari.
La Bugatti era un’auto famosa, di gran prestigio, costosissima. Una notorietà nata soprattutto con le numerose vittorie nelle prime gare automobilistiche di quegli anni. E in Italia allora le auto Bugatti si contavano sulla punta delle dita…Lo interrompo, ed insisto:” Sì, ma cosa ci fa una Bugatti a Vico del Gargano?” Si ferma un attimo, raccoglie delle lettere, delle fotografie ingiallite, riprende il racconto:” Ho indagato ed ho scoperto che la prestigiosa e costosa vettura era stata data in prova ad un mio zio appassionato di auto , Michelino Lucatelli, fratello di mia madre. Aveva avuto l’auto per un mese per un test sui nuovi pneumatici della Michelin; prova di usura da fare sulle strade sterrate e polverose del Gargano. Si riprende la corsa, destinazione San Menaio. La spiaggia era già conosciuta e rinomata per la sua bellezza incontaminata. Gruppi di ragazze frequentavano la località balneare per fare sfoggio degli abiti estivi all’ultima moda. Appassionato di fotografia mio padre immortalava le immagini di questa realtà: attimi di spensieratezza e di piccola felicità fissati sulle prime foto in bianco e nero, ma che a volte venivano colorate anche a mano. Era una spiaggia pulita, un mare azzurro come il cielo, l’acqua limpida e ricca di pesci. Conchiglie, vongole, telline e candele popolavano il basso fondale. Tra San Menaio e Rodi, in molti punti dell’arenile, c’erano delle sorgenti di acqua dolce e le donne spesso lavavano i panni strisciandoli sulle pietre sistemate attorno alla polla d’acqua. A Vico si viveva una vita semplice, l’attività principale l’agricoltura, la raccolta delle ulive, l’olio e le arance. Ma per altri tipi di lavoro non c’era spazio e molti erano costretti ad emigrare. Toccò anche alla mia famiglia fare questa esperienza…così nel 1938 a soli due anni mi ritrovai in Africa per partecipare alla famosa operazione del regime fascista “ un posto al sole “. Una colonia di più di 300 contadini pugliesi trasportati in Eritrea per far nascere la “ Puglia d’Etiopia “ Mio padre era il “ legale “ dell’Ente Colonizzazione Puglia D’Etiopia e si occupava di amministrare e far rispettare la legge. La passione per la fotografia lo portò poi a documentare questa piccola avventura in Africa e da bravo padre fascista immortalò il figlio, cioè io, in una classica posa da colonizzatore. Nel 1940 scoppia la guerra e noi facemmo appena in tempo a scappare prima dell’arrivo delle truppe inglesi che deportarono tutta la colonia italiana in Sud-Afrca e in India.” Ferruccio ripone le fotografie nella scatola di cartone e avvia il computer da lavoro, con i due schermi per il montaggio e mi mostra l’inizio di un DVD. Le prime immagini mostrano una Bugatti al centro del paese. Il padre e la madre seduti uno affianco all’altro in una macchina da favola. Mi accompagna per le scale di casa dicendomi:” …arriva un momento in cui si comincia a vivere di ricordi, mi viene spontaneo dire e ripetere viva la Bugatti. Sì viva la Bugatti…con la convinzione che senza la Bugatti forse non sarei qui a raccontare questo pezzo della mia storia.”
Il DVD, a lavoro finito, lo vedremo presto.

Michele Angelicchio