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Giorno del Ricordo 10 febbraio 2014/Vieste: Onore ai caduti nella tragedia del confine orientale

L’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Vieste, Gaetano Zaffarano, ha diffuso la seguente nota stampa:

 

Nell’ambito delle celebrazioni del “Giorno del Ricordo” dei martiri delle foibe, la Giunta Municipale, su mia proposta, ha indetto un concorso scolastico. Giovedì 13 febbraio alle ore 17.00 presso l’aula consiliare del Comune di Vieste, al miglior alunno o classe che abbia eseguito l’elaborato migliore, sarà consegnata una borsa di studio dal valore di 100 € in buono acquisto kit scolastico.
Abbiamo voluto essere promotori, nell’ambito delle nostre competenze, di una azione di riscoperta e divulgazione della “memoria negata” dei più di 350.000 esuli delle terre italiane di Istrizia, Giulia e Dalmazia, e degli oltre 12.000 italiani vittime della feroce pulizia etnica perpetrata dal regime comunista slavo di Tito.
Sarà, inoltre, occasione per commemorare i nostri cinque concitadini vittime di questa tragedia: Vincenzo Vescera (poliziotto), Francesco Paolo Ascoli (poliziotto, nato a Vieste l’11/06/1909), Francesco Cariglia (militare, nato a Vieste l’8/11/1902), Francesco Cavaliere (poliziotto) e Giovanni Battista Chieffo (civile).
Per questi nostri concittadini chiederemo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il riconoscimento della medaglia d’oro alla memoria del Presidente della Repubblica. L’istanza di Vincenzo Vescera è stata già inoltrata, e dai suoi eredi abbiamo appreso che è stata accolta e che il ricnoscimento avverrà nelle celebrazioni del 2015. Al fine di consentire anche agli altri di ottenere l’alto riconoscimento, si invitano gli eredi dei sopra citati concittadini a presentarsi presso gli Uffici dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione per l’inoltro dell’istanza.

 

L’Assessore
Gaetano Zaffarano.

 

VIESTE: ONORE AI CADUTI NELLA TRAGEDIA DEL CONFINE ORIENTALE
Giorno del Ricordo (10 febbraio 2014)

 
Un vincolo di affetto e di partecipazione accomuna l’Italia nord-orientale al Mezzogiorno, nel Ricordo di un grande dramma collettivo, che la Legge 30 marzo 2004 n. 92 ha inteso celebrare il 10 febbraio di ogni anno, data dell’iniquo trattato di pace del 1947 con cui la sovranità sull’intera Dalmazia e su buona  parte della Venezia Giulia e dell’Istria venne trasferita alla Jugoslavia. Tale ricorrenza è stata scelta per onorare i Caduti ed i Martiri delle Foibe, senza dimenticare i 350 mila Esuli che, per restare italiani e liberi, lasciarono i loro focolari e gli affetti, a cominciare dalle tombe degli Avi.
Vieste risponde con sentimenti di durevole commozione, fedele alla memoria dei suoi Caduti di tutte le guerre, quattro dei quali scomparvero proprio nella Venezia Giulia e nella ex Jugoslavia durante lo scorcio conclusivo dell’ultimo conflitto mondiale. Vieste, terra di antiche e nobili tradizioni, ma nello stesso tempo di tragedie agghiaccianti come la strage perpetratavi dagli infedeli 460 anni or sono, ricorda i suoi figli che caddero per la patria e li stringe in un unico abbraccio, condiviso dagli Esuli e dai patrioti istriani e dalmati.
In ossequio alla Legge 92, è doveroso ricordare nominativamente questi cinque viestani che si immolarono durante la prima metà degli anni quaranta, nelle zone del confine orientale: Francesco Paolo Ascoli (poliziotto), Francesco Cariglia (militare), Francesco Cavaliere (poliziotto), Giovanni Battista Chieffo (civile), Vincenzo Vescera (questurino). Erano umili servitori dello Stato e delle sue Istituzioni, che al pari di tanti, troppi Uomini del Sud persero la vita in quella stagione plumbea per la sola colpa di avere risposto all’imperativo del dovere. Uno di loro, Vescera, ricordato nel grande monumento commemorativo della Questura di Trieste, scomparve addirittura a guerra finita (maggio 1945), massacrato ed infoibato sul Carso nel quadro della criminale pulizia etnica e politica lucidamente programmata dalle forze del Maresciallo Tito, come in tempi successivi sarebbe stato ammesso senza mezzi termini da qualcuno dei suoi massimi collaboratori.
Ricordare è certamente importante e doveroso, pur dovendosi soggiungere che la Legge 92 è stata promulgata con colpevole ritardo, a sessanta anni dai fatti, sia pure previa approvazione del Parlamento con voto sostanzialmente unanime. Nondimeno, ricordare non basta: è necessario integrare il Ricordo con un impegno civile e consapevole nella tutela dei valori, che è stato giusto definire non negoziabili, per i quali scomparvero dolorosamente questi ottimi viestani, e prima ancora, ottimi italiani.
Detti valori, riassumibili nella sintesi di famiglia, fede e patria, sono per l’appunto quelli che motivarono il grande Esodo, assieme al terrore della Foiba. Motivo in più, e quale motivo, per onorare i Caduti, ed affidarne la memoria alla comune consapevolezza civile: in primo luogo a quella delle giovani generazioni troppo spesso ignare, vuoi per colpevoli carenze della scuola, vuoi per le sopraffazioni economiche e psicologiche indotte dal bisogno e dalla mancanza di lavoro. In questo senso, urge una nuova redenzione, più avanzata di quella già perseguita col sangue dei Caduti: il riscatto delle coscienze e delle condizioni di vita. Un grande obiettivo socio-politico da raggiungere unitariamente nel ripudio delle “vie dell’iniquità” proclamato dall’eroico Vescovo di Trieste Mons. Antonio Santin durante i tempi amari della persecuzione; e nel Ricordo di tante lotte civili, di tante sofferenze umane e di tante elette speranze.
 
Carlo C. Montani –Esule da Fiume