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Territorio, Ecologia e abusi di casa nostra

Riceviamo e pubblichiamo. 

 

L’amministrazione comunale di Vico del Gargano, attraverso avviso pubblico, rende noto il deposito del PUG a partire dal 30 gennaio 2014, data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, al n.13, per i prossimi 60 giorni, presso la Segreteria Generale del Comune e presso la Regione Puglia – Assessorato all’Ecologia – Ufficio VAS – Bari.
Ma qual’è lo stato ecologico della Puglia ad oggi. Quale e quanta consapevolezza vi è nella tutela del nostro territorio. Qual’è lo stato di salute ecologico dei nostri centri urbani, delle nostre coste, delle nostre spiagge, dei nostri boschi, la difesa del suolo? Quanto e come incide sul quadro d’insieme, anche, il Piano Urbanistico adottato in prima lettura dal comune di Vico del Gargano? Il rapporto Ecomafia 2013 di Legambiente è chiaro:
34.120 reati, 28.132 persone denunciate, 161 ordinanze di custodia cautelare, 8.286 sequestri, per un giro di affari di 16,7 miliardi di euro gestito da 302 clan, 6 in più rispetto a quelli censiti lo scorso anno. I numeri degli illeciti ambientali accertati lo scorso anno delineano una situazione di particolare gravità. Il 45,7% dei reati è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Sicilia, Calabria e Puglia)
Nel ciclo del cemento bisogna segnalare il secondo posto della Puglia, che per numero di persone denunciate risulta essere la prima regione d’Italia.
“Quella delle Ecomafie – ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza  – è l’unica economia che continua a proliferare anche in un contesto di crisi generale. Che continua a costruire case abusive quasi allo stesso ritmo di sempre mentre il mercato immobiliare legale tracolla. Con imprese illegali che vedono crescere fatturati ed export, quando quelle che rispettano le leggi sono costrette a chiudere i battenti. Un’economia che si regge sull’intreccio tra imprenditori senza scrupoli, politici conniventi, funzionari pubblici infedeli, professionisti senza etica e veri boss, e che opera attraverso il dumping ambientale, la falsificazione di fatture e bilanci, l’evasione fiscale e il riciclaggio, la corruzione, il voto di scambio e la spartizione degli appalti. Semplicemente perché conviene e, tutto sommato, si corrono pochi rischi. Le pene per i reati ambientali, infatti, continuano ad essere quasi esclusivamente di tipo contravvenzionale e l’abbattimento degli edifici continua ad essere una eventualità remota. Anzi, agli ultimi 18 tentativi di riaprire i termini del condono edilizio si è anche aggiunta la sciagurata idea di sottrarre alle procure il potere di demolire le costruzioni abusive”.L’incidenza dell’edilizia illegale nel mercato delle costruzioni è passata dal 9% del 2006 al 16,9% stimato per il 2013. Mentre le nuove costruzioni legali sono crollate da 305.000 a 122.000. Uno degli aspetti più rilevanti dell’abusivismo, come tanti casi di cronaca hanno drammaticamente dimostrato, è legato alla violazione delle norme in materia di sicurezza.
Come quelle, per esempio, che vietano o limitano l’edificazione nelle aree a rischio idrogeologico. Proprio sul rischio idrogeologico si alza il grido d’allarme delle opposizioni nel Consiglio comunale di Vico del Gargano. Nel dossier “osservazioni” si legge:” Il PUG così come adottato il 18/11/2013 è privo di un nuovo parere da parte dell’Autorità di Bacino, che in data 16/10/2013 ha eseguito una nuova perimetrazione, con individuazione di nuove aree ad alto rischio idraulico e geomorfologico, su cui il PUG prevede nuovi interventi di lottizzazione edilizia e, ancor più grave, interventi di tipo turistico ricettivo, che risultano essere, pertanto, incompatibili con l’art. 13 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Assetto Idrogelogico. Gran parte delle lottizzazioni previste insistono su aree ad alto rischio idrogeologico: Foro Boario, è previsto una lottizzazione ad alta densità abitativa (397 abitanti, con un rapporto di 120 mc per ogni abitante), con un’aggressione notevole del territorio, con case continue e l’assoluta mancanza di contestualizzazione orografica (è prevista la realizzazione della strada nel compluvio!) e con massiccia cementificazione, che comprometterebbe l’esistenza della sottostante falda freatica, da cui hanno origine varie sorgenti (Il Gargano ospita 2 sistemi acquiferi: uno, la falda principale, al di sotto del livello del mare, occupante quasi tutta l’estensione del promontorio; l’altro limitato alla zona di Vico-Ischitella ( Regione Puglia: Piano di Tutela delle Acque). Dietro l’hotel Maremonti, e’ prevista una ulteriore lottizzazione in un’area con alta pericolosità idraulica e, dove, pertanto non è possibile costruire senza interventi di mitigazione del rischio. Anche la lottizzazione prevista a San Menaio, l’unica da destinare a residenze, è in una zona a rischio idraulico, con  tipologie a schiera, che a causa dell’orografia dei luoghi, sarebbero estremamente difficili da costruire. La lottizzazione prevista si compone  di due aree: una sotto al canale di Sant’Antonio e l’altra sopra la chiesa si San Francesco. Anche per questa lottizzazione si evidenzia l’ennesima forzatura sia per quanto riguarda la sicurezza (rischio idraulico) e sia per quanto riguarda il buon senso pianificatorio   (infatti si vorrebbero insediare altri 252 posti letto in un imbuto già fortemente oggi in difficoltà per una impossibilità di miglioramento viario). Sorprende come invece i terreni comunali presenti nelle vicinanze (localizzati tra Via Valle delle Noci e Via San Michele) e non soggetti a vincoli di rischio idraulico non sono stati presi in considerazione. È che la spinta speculativa che anima il PUG trova il suo apice, andando oltre ogni immaginario, nelle giustificazioni a supporto di questa scelta scellerata si legge: “aree inedificate da destinare a insediamenti di nuovo impianto con prevalente destinazione produttiva a bassa densità (turistico-ricettiva-commerciale), individuate prioritariamente nelle aree a margine della piana di Calenella, e già servite da idonee infrastrutture tecnologiche e per la mobilità (quali?), in continuità con le strutture ricettive esistenti, quali il Campeggio Macchia di Mare di proprietà comunale, i Campeggi “Villaggio Calenella” e “Baia Calenella”, e nel rispetto di vincoli paesaggistici e ambientali esistenti, destinate al soddisfacimento, al rilancio e alla riqualificazione di un’offerta turistica di alta qualità architettonica ed ambientale, di servizi pubblici e privati”. Fermo restando la non necessità di prevedere un numero così alto di residenze nel comune di Vico del Gargano, le aree individuate per le future lottizzazioni sono per la quasi totalità poste in zone ad alta pericolosità idrogeologica e su cui insiste il divieto di edificare. In tali aree sarebbe, pertanto, necessario prevedere opere di mitigazione del rischio, che determinerebbero ulteriore cementificazione del suolo e costi complessivi notevolmente più elevati e tali da rendere antieconomico costruire. Per di più, diversamente da quanto previsto nel PUG, le uniche costruzioni ammesse dovrebbero essere quelle di interesse pubblico, e solo nel caso in cui si dimostri che altrove la realizzazione non sia tecnicamente ed economicamente sostenibile, come sopra già evidenziato. Come emerge fin troppo chiaramente anche per Calenella si vuole costruire in un’area ad alto rischio idraulico nel cuore di una piana alluvionale con un elevatissimo Valore Paesaggistico. Si vuole ricordare come nelle aree perimetrate ad alta probabilità di inondazione e/o aree allagate sono esclusivamente consentiti: “la realizzazione, l’ampliamento o la ristrutturazione delle opere e delle infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico, riferite a servizi pubblici essenziali che non siano altrimenti localizzabili o per le quali il progetto sottoposto all’approvazione dell’autorità competente dimostri l’assenza di alternative tecnicamente ed economicamente sostenibili”. La norma parla di “Edifici pubblici essenziali non diversamente localizzabili”; pertanto, la realizzazione di un villaggio non può giustificare la messa a rischio di vite umane.  Inoltre, per la struttura pubblica “Macchia di Mare”, localizzata in una zona non sottoposta a Rischio idraulico, non è stata prevista una seria valorizzazione. Dati alla mano, salta all’occhio come il fenomeno dissesto idrogeologico sia maggiore nelle aree del Paese a tradizionale presenza mafiosa: in Campania, Sicilia, Calabria e Puglia si concentra il 46,2% delle infrazioni accertate dalle Forze dell’ordine. Mentre la nostra regione si piazza addirittura al primo posto per il numero dei sequestri effettuati. Male, anzi malissimo la provincia di Foggia che nella classifica provinciale dell’illegalità ambientale in Italia si posiziona all’8° posto con 826 infrazioni accertate, alle spalle di Bari (5° posto) con oltre mille infrazioni. Nella classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento, la Puglia quest’anno sale al secondo posto (era al 3° nel 2011) con  640 infrazioni accertate e 384 sequestri effettuati mentre è prima la regione con il maggior numero di persone denunciate nel corso del 2012 ben 1.147. Nella classifica provinciale del mattone illegale Bari si piazza al 5° posto, Foggia all’11° e Lecce al 13° rispettivamente con 213, 160 e 140 infrazioni accertate. Nell’anno 2012, il Gargano ha rappresentato la porzione di territorio pugliese su cui si sono accanite maggiormente le lottizzazioni abusive. Tra le principali operazioni condotte da segnalare Neverland coordinata dalla procura della Repubblica di Lucera e condotta dai carabinieri del Noe di Bari e dal Corpo Forestale dello Stato inerente irregolari concessioni edilizie per la realizzazione di complessi di abitazioni nell’area del Parco del Gargano. Altri sequestri hanno riguardato alcune ville in località Siponto a Manfredonia, diverse strutture turistico-alberghiere a Mattinata, un cantiere edile dell’estensione di circa 21.000 mq a Rodi Garganico, nell’area protetta del Parco nazionale del Gargano, dove si stavano realizzando otto palazzine. Ed è solo di qualche giorno fa il sequestro di un cantiere nella Piana di Calenella ad opera del Vigili Urbani di Vico del Gargano.
"La  nostra regione peggiora sia sul fronte del racket degli animali che del ciclo illegale del cemento. Infatti, l’abusivismo edilizio non accenna a diminuire, soprattutto sul Gargano, facendo salire la Puglia al secondo posto della classifica con ben 1.147 persone denunciate nel corso del 2012 – dice Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia – I numeri pugliesi di Ecomafia 2013 sono il frutto del forte impegno delle forze dell’ordine e della magistratura – conclude Tarantini – Ma non mancano, anche, le risposte da parte delle istituzioni regionali. Infatti la Regione Puglia, oltre ad aver istituito, sin dal 2007, una task force composta da tutte le forze dell’ordine, Arpa Puglia e Cnr-Irsa per monitorare, contrastare e prevenire i reati ambientali, ha approvato una legge regionale per cercare di frenare il fenomeno dell’abusivismo edilizio. In più a settembre partirà il No Ecomafia Tour, promosso da Legambiente Puglia, un’occasione per sensibilizzare e dibattere con i cittadini sul tema della criminalità ambientale e chiedere loro una maggiore collaborazione, perché quella contro l’ecomafia è una sfida che possiamo vincere insieme”.
Da questo rapporto salta evidente a tutti il ruolo difficile, preoccupante e poco invidiabile del Gargano e di alcune aree in particolare. Non sono un mistero le attenzioni, lecite ed illecite, legali e illegali, palesi ed occulte che si stanno concentrando sul nostro splendido territorio. Il suono cupo dei tamburi di guerra che si alza dalla Piana di Calenella non promette nulla di buono. Forse servirà a svegliare le coscienze; quelle che dormono, quelle indifferenti, quelle che non vedono e non sentono, quelle che girano la testa dall’altra parte; salvo poi a starnazzare quando l’assalto e lo scempio si è consumato.

Michele Angelicchio

 

 

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