Menu Chiudi

Peschici/ A VOLTE RITORNANO

In arrivo la 2ª edizione della Grammatica Peschiciana riveduta e corretta. Più snella e facilmente consultabile, è frutto di dubbi, perplessità, suggerimenti e critiche seguiti all’uscita della prima pubblicazione. Intervista virtuale agli autori.

 

Paolo, Patrizia e Rocco (al secolo, rispettivamente, Labombarda, Ugolotti e Tedeschi), il “trio delle meraviglie”, positivamente caparbio come un elefante ossessionato dalla necessità di proteggere il proprio piccolo, ‘sfornano’ la seconda edizione della Grammatica Peschiciana, riveduta e corretta, e con l’orgoglio non tanto recondito di affermare, giustamente: “Quanti sono i piccoli Comuni italiani che possono fregiarsi di una grammatica del loro dialetto? Peschici è fra questi”. E così dalla introduzione del libro, “Dàujë chiàcchjërë pë ngumënzà”, Due chiacchiere per iniziare) abbiamo estrapolato alcune risposte alle nostre domande.

– Quale input vi ha spinto a riprendere in mano la prima edizione e darle una bella scrollata? Cosa c’è ‘dietro’, insomma.

Pochi mesi fa, il 31 agosto 2013, in Sala Consiliare del Comune di Peschici, nell’ambito del 2° Forum sui Dialetti Garganici (dove Paolo ha rivestito il ruolo del conduttore, Patrizia era in platea e Rocco non c’era perché si trovava nei pressi della Cruz de Hierro, lungo il “Camino de Compostela”, in quanto fra i suoi peccati deve scontare anche la realizzazione del libro; ndr), si è parlato della Grammatica Peschiciana. C’erano poche persone: nella adiacente Villa impazzava un concerto, alla tv c’era la Juventus… Ma sembravano interessatissime. Quando Luca Esposito, assessore della Giunta appena insediata, ci ha ricordato che era ora di chiudere, mancava poco alle 23! Qualche giorno dopo, il 3 settembre, la signora Mattea, che aveva partecipato al Forum, ci ha inviato questa mail: “Buondì, Paolo. Esperimento riuscito! Quando la signora di Foggia, l’altra sera, ha letto in perfetto peschiciano il brano in dialetto, è stato un momento storico. Una conferma della validità del Vostro lavoro. Bellissimo”. Noi, che siamo convinti seguaci del motto “Provando e riprovando” (Accademia del Cimento) abbiamo fugato ogni dubbio: abbiamo deciso di pubblicare la 2ª edizione della Grammatica.

– Le motivazioni della revisione?

Qualche perplessità sulla prima stesura, di fatto, lo abbiamo avuto. La 1ª edizione pubblicata il 2011 non ha riscontrato grande interesse, i lettori presumibilmente sono stati meno dei venticinque che Manzoni auspicava per la prima edizione dei Promessi Sposi (parallelo disperatamente presuntuoso). I commenti, più o meno consapevoli, sono stati forse un po’ di più: “Un’altra grammatica? Ma è già una fatica seguire le regole della grammatica italiana!” – “La grammatica di un dialetto? Di un dialetto che sta scomparendo?” – “Una Grammatica del dialetto peschiciano? Di quale dialetto? Di quello di adesso? Di quello che si parlava prima della costruzione delle autostrade? Di quello che si parlava all’arrivo dei Savoia?” – “Una grammatica scritta con una rappresentazione grafica così diversa da quella della lingua italiana… Perché? Non potete scrivere come si parla o come si mangia?” – “Mò arrivate voi e volete dire come si scrive! Io, io scrivo come mi pare”. Confessiamo che i significati di queste domande restano per noi misteri insoluti.

– In sintesi, le novità della nuova edizione?

Rilevanti:
• la rappresentazione grafica del dialetto assume come riferimento la “Scrittura Italiana Estesa”, prossima per quanto possibile alle regole di scrittura della lingua italiana;
• il contenuto è notevolmente sfrondato (il numero delle pagine è il 60 percento di quello della 1ª edizione);
• gli argomenti sono articolati in tre sezioni, ciascuna rispondente a interessi diversi, ciascuna fruibile indipendentemente dalle altre.

– Cioè?

‘Breviario’, ‘Approfondimenti’ e ‘Scrittura del dialetto peschiciano’. La prima sezione espone le regole grammaticali rilevanti nella pratica corrente. La seconda chiarisce alcuni criteri seguiti per la scrittura in dialetto e richiama temi d’inquadramento generale (definizioni e classificazioni delle figure grammaticali). La terza illustra aspetti della fonetica del dialetto.

– Novità frutto di cosa.

Di suggerimenti e critiche seguiti alla 1ª edizione, e ulteriori esperienze maturate nel frattempo: pubblicazione sul giornale telematico new Punto di Stella di “Sëndenzë” (Sentenze; ndr), rubrica di aforismi in peschiciano, e del romanzo “Venti di grecale” con dialoghi in peschiciano.

– Una chicca?

Molte espressioni peschiciane sono esposte anche in inglese, con l’intento di cogliere l’interesse dei tanti emigrati residenti in Paesi esteri.

– Dubbi totalmente fugati, allora, e soddisfatti del lavoro compiuto?

Essere troppo sicuri fa male. Siamo consapevoli che la rappresentazione grafica del dialetto e qualche regola grammaticale potranno riscontrare perplessità nei peschiciani ‘Portuwaššàrë’ o ‘Pundajòulë – le varianti dialettali riscontrabili nelle due zone di Peschici, ‘Porta di Basso’ e ‘Ponte’ – e riteniamo che, pur essendo alla 2ª edizione, la grammatica qualche castroneria possa ancora contenerla. Confidiamo comunque nella indulgenza, nell’aiuto e nello humor dei lettori, specialmente peschiciani. Pensando sempre che “val più la pratica che la grammatica”, come sentenzia un proverbio popolare. E senza dimenticare le parole di Albert Einstein: “La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c’è niente che funzioni… e nessuno sa il perché”.

– Quindi?

Si potrebbe fare di più? Si potrebbe fare meglio? Certo! Ma si sarebbe potuto anche non fare nulla.

– E’ abitudine consolidata in letteratura ‘dedicare’ a qualcuno la propria opera. Voi?

Come esimerci: “E’ Pëschëciànë dë joggë e dë crajë, figghjë di Pëschëciànë dë jàirë” (Ai Peschiciani di oggi e di domani, figli di Peschiciani di ieri; ndr).

– Come è anche d’abitudine ringraziare qualcuno, no?

Infatti. Un ‘grazie’ sentito per i suggerimenti lo abbiamo mandato a: Angela Campanile di Peschici, dirigente scolastico; Giuliana Fiorentino di Napoli, docente universitaria e glottologa, frequentatrice assidua di Peschici; Piero Giannini di Molfetta, direttore editoriale, residente in Peschici; Bruna Labombarda di Peschici, insegnante; Michelantonio Piemontese di Peschici, dialettologo.

La R.