Il lungo braccio del molo di levante ha provocato la veloce avanzata del mare con sparizione dell’ arenile.
I guai del porto turistico non sono solo di carattere gestionale, vi sono seri e preoccupanti problemi di natura ambientale. Il lungo braccio del molo levante ha provocato una veloce avanzata del mare con conseguente erosione e sparizione dell’arenile fino ad intaccare il fianco della strada statale 89 che collega Rodi a San Menaio. Tutte le infrastrutture balneari che operavano in quel tratto oggi sono in pieno Adriatico, con pesante ripercussione economica. La Regione Puglia vorrebbe intervenire con delle barriere a pettine, ma le associazioni ambientaliste, e i timori della vicina San Menaio, vogliono vederci chiaro per evitare che il problema erosione si sposti verso levante senza risolvere alla radice il fenomeno. "Anche su questo vi sana delle responsabilità. Abbiamo una crescita di spiaggia sul tratto a ponente e una forte erosione nel tratto di costa a levante, e questo è sicuramente colpa del porto. Adesso è stato istituito un tavolo tecnico presso al Regione Puglia dove si stanno studiando le soluzioni da realizzare. Si pensa ai frangiflutti in verticale, a livello d’acqua, che sono poco invasivi e che dovrebbero risolvere il problema", rileva l’operatore turistico Cotugno.
L’Attacco