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Regione/ Multe da 15 a 150mila euro per chi danneggia le coste

L’Ufficio di Presidenza del consiglio regionale, nei giorni scorsi, ha fatto propria la proposta di legge a salvaguardia degli habitat litoranei delle aree naturali protette, delle zone SIC, ZPS e di quelle pubbliche o private, comunque sottoposte a tutela ambientale e naturalistica, entro trecento metri dal mare.  La proposta è stata presentata dal Circolo Legambiente Porto Cesareo Onlus e subito accolta, avviando così l’iter che la condurrà a diventare legge della Regione, dopo l’approvazione in commissione ambiente e il sì definitivo in Aula.

Da un minimo di 15mila a un massimo di 150mila euro la sanzione amministrativa comminata a carico di chiunque provochi rimozioni e danneggiamenti, alterazioni anche parziali o devastazioni irreversibili, con o senza l’impiego di mezzi meccanici o attrezzature anche manuali, sui tratti costieri. Ad applicarla, provvederà l’autorità competente, fatte salve le sanzioni più gravi e gli obblighi disposti dal Codice dell’Ambiente (decreto legislativo 152/2006). In aggiunta, i responsabili saranno tenuti a ripristinare lo stato precedente dei luoghi. Questo anche nel caso di danni cagionati involontariamente. Qualora la distruzione risulti irreparabile, dovranno accollarsi il risarcimento equivalente del danno arrecato (quantificato con perizia di stima ambientale e naturalistica, sempre a spese del trasgressore).

«Una legge di straordinaria maturità ambientale. Prevede ammende – spiega il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna – ma in realtà sollecita atteggiamenti corretti e non aggressivi nei confronti dello straordinario patrimonio rappresentato dai 750 chilometri “bagnati” del territorio pugliese, la regione continentale col maggiore sviluppo costiero. Mi auguro che una proposta di legge, efficace e a costo zero, come quella trasmessa da Legambiente, possa completare al più presto il percorso normativo, perché otterrà certamente il consenso dell’intero consiglio regionale, sempre unito quando si parla e si agisce in difesa dei tesori ambientali della Puglia».

Il tema dell’erosione costiera, intanto, continua a tenere banco e nei giorni scorsi, in occasione di un convegno dedicato al tema organizzato dal Centro Euro Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) a Lecce, l’assessore allo Sviluppo Loredana Capone è tornata ad ammonire tutte le istituzioni sulla necessità di pianificare la tutela ambientale. «È indispensabile che ognuno faccia il suo – ha detto l’assessore – la Regione ha dettato linee guida, indirizzi e criteri nel Piano Regionale delle Coste (PRC) puntando a garantire il corretto equilibrio tra la salvaguardia degli aspetti ambientali e paesaggistici del litorale pugliese, la libera fruizione e lo sviluppo delle attività turistico ricreative. Ha fatto, inoltre, una rilevazione dei costi necessari per migliorare l’assetto del territorio e previsto delle risorse che il Ministero dell’Ambiente si é già impegnato a co-finanziare. Per spingere sull’acceleratore, però, è importante che ciascun Comune, responsabilizzato dalla paternità del proprio lembo di terra, elabori uno specifico Piano Comunale delle Coste».

Secondo Capone «non c’è più tempo da perdere: ogni ritardo é nocivo. Sono i Comuni che perimetrano le aree utilizzabili sulla base delle rilevazioni degli organi competenti. Sono i Comuni che scandiscono la possibilità di aprire nuove attività in un settore che è trainante per l’economia pugliese: il turismo. Pianificando, solo così potremo preservare l’incolumità delle persone e le attività economiche insediate. Una pianificazione che miri ad impedire insediamenti “nocivi”, che protegga la costa, che usi le nuove tecnologie per la rilevazione e il monitoraggio, che apposti le risorse necessarie per gli interventi di tutela e di sicurezza».