La V° commissione rinvia il testo all’ufficio di presidenza: “la Regione non può costituirsi parte civile”. I tecnici: due articoli sono incostituzionali. Introna: “ma approvarla resta una priorità”. L’ufficio legislativo del Consiglio ha evidenziato nel referto tecnico che due articoli sono «fortemente soggetti a rischio di rilievi» da parte della Corte Costituzionale. E così, ieri, la Quinta commissione ha rinviato all’ufficio di presidenza la proposta di legge sulla tutela delle coste, che con ogni probabilità dovrà essere riscritta rivedendo i compiti della Regione e le prerogative delle associazioni ambientaliste. La tutela dell’ambiente è infatti prerogativa dello Stato. E dunque la Regione può comminare multe, ma non può costituirsi parte civile nei procedimenti penali. Né tantomeno è possibile «ordinare» al giudice penale la confisca delle aree per affidarle alle organizzazioni ambientaliste. In questo senso, ieri, il consigliere regionale Fabiano Amati (Pd) aveva lanciato un avvertimento, rilevando come la proposta di legge – recepita in toto dall’ufficio di presidenza del Consiglio – sia stata proposto proprio da una associazione ambientalista. Ma sul punto è arrivata ieri la replica del presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna: «È urgente – dice Introna – mettere in sicurezza e mantenere agibili e turisticamente fruibili le coste pugliesi. .Avviare ad un sollecito iter approvativo norme intelligenti è un segnale di emergenza, significa voler affrontare un problema che in nessun caso può essere trascurato». il testo, dice Introna, serve per «sottoporre l’argomento alla commissione consiliare all’ambiente e fornire uno schema normativo di massima. Resta la commissione la sede per i necessari approfondimenti tecnici, compresa la verifica della costituzionalità delle norme da adottare».