L’assessora regionale interviene sulla polemica con i comitati che vede nel mirino Vendola.
L’aeroporto Gino Lisa mi sembra un totem da agitare contro qualcuno, piuttosto che un’opportunità di sviluppo che il territorio dovrebbe saper cogliere. Così l’assessore regionale alla Salute, Elena Gentile, ha commentato le ultime vicende relative allo scalo di viale Aviatori che mettono la Regione e il presidente Vendola sempre più nel mirino dei comitati in difesa dell’aeroporto, man mano che si approssima la data del 30 giugno entro cui bisognerà utilizzare i 14 milioni di fondi comunitari per l’allungamento della pista. La neoparlamentare europea, considerata una vendoliana di ferro, non ha mai preso posizione sull’aeroporto per questo la sua uscita è sembrata una difesa d’ufficio della Regione e del presidente Vendola che il 29 marzo scorso aveva pubblicamente definito i comitati come "fanatici di face book”. L’esternazione di Gentile sull’aeroporto – che ha espresso il suo commento a margine dell’incontro tenuto ieri all’Asl sulla medicina di genere non è sembrata, tuttavia, un contrappunto legato alle vicende specifiche in cui è incappato lo scalo (fondi Fas a rischio e valutazione ambientale bloccata, per cui si chiede alla Regione d’intervenire), bensì una considerazione che tiene conto del livello del dibattito oggi in Capitanata. «Non si è capito che se questa provincia non comincerà a fare sistema, saranno sempre gli altri a crescere», ha rilevato l’assessore regionale. Proprio sul Gino Lisa,. infatti, sembrava che enti locali e associazioni delle imprese fossero riusciti a trovare un punto d’incontro da cui ripartire per fare programmazione, ma i "moti" per l’allungamento della pista e una maggiore autonomia dello scalo nascono nel 2011 (ali’indomani della chiusura dei voli della Darwin Airline), ma sulle proteste non si è coagulata una proposta operativa in modo da smuovere l’iniziativa di Aeroporti di Puglia. Ora c’è il piano presentato dall’università Bocconi, su mandato della Camera di commercio e dei Gal, che stima dal 2016 un flusso di traffico potenziale di 200mila passeggeri l’anno a patto però che il territorio riesca a confezionare una proposta operativa di attrazione dei turisti stranieri..
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