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L’arte della politica a Vieste

Un tempo lontano la politica era considerata un’arte: la gestione della società per il bene comune di tutti.

 

Al tempo dell’antica Roma, la politica non era considerata un lavoro, ma un servizio svolto a favore del popolo.

Oggi la politica, in paesi come Vieste, e’ diventata solo uno sporco affare.

La rendono tale, purtroppo, persone che hanno comportamenti come quelli di alcuni individui che, facendosi scudo di un bieco anonimato, trincerandosi dietro sigle come quella dei c.d. "Amici di Forza Silvio", vomitano offese e contumelie, invero infantili, seppure travestite da giudizi e opinioni, sciocchi e assurdi, senza svelare la loro misera identità, per evidente carenza di attributi.

Ma queste persone si vergognano del proprio nome o del proprio pensiero o di entrambi?

O sono semplicemente dei vigliacchi senza onore?

Queste brutte persone, e dico brutte in quanto non hanno neppure il coraggio di firmare con il proprio nome, stanno facendo diventare ugualmente brutto, o meglio brutale, il parlare di politica, ossia la gestione del bene comune, a Vieste.

Il loro scopo evidente, amici cittadini, e’ quello di allontanare e distogliere la gente, sopratutto i giovani, dalla politica, al fine di dominarla con il peso dei loro pochi e prezzolati voti.

Ma il loro è anche un segnale, il segnale della paura.

Tremano per la paura di perdere i loro illeciti privilegi e di perdere la possibilità’ di continuare a trafficare con i propri loschi affari.

La mafia, intesa come delinquenza, non è solo quella che ruba e spaccia.

Questi "Amici di Silvio", cari concittadini, sono solo tre, dico tre, piccoli e prezzolati ignoranti, che
coi loro scritti offendono, ripetutamente, non solo chi si firma sempre con nome e cognome, ma anche l’intera cittadinanza.

I loro scritti sono solo un insulto, violento, alla ragione e alla verità, oltre che alle regole della grammatica.

Falsità, codardia e arroganza: niente di nuovo sotto il sole di Vieste.
 
La nostra sindaca e il suo degno vice sindaco soffrono di un evidente difetto di
argomentazioni, atteso che si affidano, in assenza di smentite, a simili ceffetti di basso cabotaggio.

Un dato e’ ormai certo, Vieste ha perso l’Ufficio del Giudice di Pace solo per l’incapacità politica del suo sindaco e del suo vice, al contrario di paesi più’ piccoli, quali Rodi Garganico, e più’ grandi, quali Cerignola, che hanno mantenuto il proprio presidio giudiziario.

Gli "Amici di Silvio", insieme al sindaco Nobile ed al vice Zaffarano, evidentemente ignorano che la c.d. spending review e la riforma della geografia giudiziaria sono due fenomeni distinti e separati e che, sebbene il Ministero della Giustizia abbia dato la possibilità ai comuni di provvedere al mantenimento dei piccoli uffici giudiziari, Vieste non ha avuto la capacità di sfruttare tale possibilità solo per l’accertata incapacità’ politica e gestionale dei suoi massimi rappresentanti che, incapaci di cogliere alcun aspetto positivo da ogni riforma, si sono fatti sfuggire anche tale opportunità.

Povera Vieste come ti hanno ridotta.

Un paese a cui stanno rubando anche la speranza, senza futuro, mangiato dal malaffare e dalla ingordigia di pochi.

 
        Antonio Montecalvo
    Consigliere Comunale