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Dopo alluvione/ Anche il sindaco di Peschici se la prende con il Consorzio

Qualcuno teme la classaction. Il sindaco Tavaglione non da colpe all’abusivismo e rilancia: “le colpe sono dei Consorzi di Bonifica e dell’Ufficio del Dissesto”.

 

Non sono passate inosserva­te le dichiarazioni rilasciate a da alcuni imprenditori turistici di Peschici che hanno deciso di avviare una class action e citare in causa il Consorzio di Bonifica Montana del Gargano del presi­dente Giancarlo Frattarolo, reo, a dire dei denunciatari di "non aver effettuato i lavori come andavano fatti e di es­sere responsabile dei disastri provocati dall’ esondazione dei canali Ulse e Kàlena a Pe­schici". Alle parole degli imprendito­ri peschiciani, maggiormen­te danneggiati dall’ alluvione di sabato scorso, vanno ag­giunte le dichiarazioni al ve­leno del primo cittadino di Peschici, Franco Tavaglione. Il sindaco non ci sta a passare come il primo cittadino di una comunità dedita all’abusivismo e al saccheggio della natura. Ieri l’altro; all’incon­tro con il Ministro dell’Agri­coltura Maurizio Martina nella sala consiliare di Cagnano Varano, con gli abiti e lo stato d’animo dell’emer­genza, ha voluto consegnare a tutti una storia diversa. È questo l’unico modo per trat­teggiare una Peschici, che non sia solo calcestruzzo, cemento e canali ostruiti da villaggi e posti letto di fortuna. “Lo Stato con noi è stato ma­trigno con l’incendio, questa, gente è riuscita a risollevarsi da sola, con mille sforzi. Solo grazie al, Gargano, il Pil della provincia di Foggia non diventa inqualificabile", ha de­nunciato con veemenza. Le sue parole sono state forti. Non critica il Governatore Ni­chì Vendola, ma chi "specula" contro l’economia turistica garganica, "Abbiamo letto su giornali, siti e sulle pagine fa­cebook polemiche sterili sin dall’inizio di questa tragedia, nel tentativo, forse riuscito, di non scucire un centesimo. Non vorrei che la storia dell’incendio si ripetesse anche oggi. Adesso non si può par­lare di un evento causato da una mano criminale", Tava­glione fa il punto dei due ca­nali con il Ministro. La piana è lambita da due canali, che si fermano sulla salita. "Si fer­mano a metà della piana, le acque arrivano senza irrigimentazione. Di chi è la colpa? Dobbiamo ricercare le colpe. Bene, noi lo sappiamo: la col­pa sta nella mancata realizzazione delle opere idrauliche e della manutenzione dei ca­nali da parte dei Consorzi di Bonifica e dell’ufficio per il dissesto idrogeologico". Come hanno preso le dichia­razioni di sindaco e impren­ditori peschiciani all’ente di Frattarolo? Fonti vicine al Consorzio di Bonifica del Gargano fanno sapere che "si continua a lavorare tranquilli, senza preoccupazione alcune per quello che si sta dicendo in queste ore da più parti. Si lavora per cercare soluzioni allo stato di emergenza che si è venuto a creare dopo il nubifragio, ma ora non è il momento di la­sciarsi andare a sterili pole­miche. I lavoro sono stati ef­fettuati e all’interno del Consorzio sono tutti tranquilli, dal presidente al normale di­pendente". Sarà, ma da altri ambienti vi­cini all’ente trapela un certo nervosismo, figlio delle tante accuse di aver sbagliato i la­vori di rifacimento dei canali peschiciani che stanno pio­vendo da tutte le parti. A responsabilizzare mag­giormente il Consorzio di Bonifica di Giancarlo Frattarolo è anche il governatore Vendo­la, che, nella giornata di mercoledì, a San Marco ha dichiarato: ai cronisti presenti: "l canaloni pietrificati rappresentano un’ostruzione al decorso naturale delle acque, e ciò è stato già visibile quan­do i canali sono divenuti del­le discariche. Ma ora, le pietre sono la minaccia più grande. Date le risorse già stanziate e messe a disposizione dalla Regione, i consorzi e i sindaci devono individuare i siti in cui stoccare i residui lapidei e legnosi e i Consorzi devono provvedere immediatamen­te alla liberazione di questi canaloni, in modo tale che se arriva altra acqua, dobbiamo accoglierla come un dono e non come una guerra". Parole che, in un certo senso, smarcano la Regione (“risor­se già stanziate") e fungono da imput per il Consorzio di Bonifica chiamato, in questi giorni, alla prova del 9 della propria, efficienza sul territorio di competenza.

G. F. Ciccomascolo
L’attacco