Caldo e mancanza d’acqua trasformeranno i boschi in foreste. I cambiamenti climatici argomento di un simposio internazionale da oggi a Rosa Marina.
Come sarà la Puglia tra cinquant’anni? Un’ipotesi è che diventi una regione tropicale. Lo spiega Raffaele Lafortezza, ricercatore dell’Università di Bari. «L’abbandono delle campagne – spiega – lascia i campi incolti e comporta l’espansione delle aree boschive. Ma a causa del cambiamento globale le specie che entrano sono invasive. In questa maniera, e a causa di altri fattori dal caldo all’assenza di acqua, si osserva la trasformazione dei boschi da mediterranei a tropicali». Si parlerà anche di questo argomento al Global Change 2014, «simposio» internazionale di ricerca in programma da oggi fino a giovedì nel resort del villaggio Rosa Marina, sulla marina di Ostuni, in provincia di Brindisi (info www.global2014.it). Il convegno ospita 128 ricercatori, studiosi e imprenditori provenienti da 23 Paesi diversi, dagli Stati Uniti alla Cina, dal Madagascar all’Iran all’Armenia. L’evento è organizzato dall’Università di Bari Aldo Moro (in particolare dal dipartimento di scienze agro-alimentarie territoriali) in collaborazione con il Center for global change and Earth observations della Michigan State University (Stati Uniti). Si tratta della seconda edizione del simposio dopo quella dello scorso anno che si tenne in Cina, alla Nanjing University. Nei tre giorni si parlerà di tutti gli argomenti che comportano cambiamenti Climatici globali: deforestazione, urbanizzazione, «infrastrutture verdi», tecnologie avanzate per il monitoraggio del territorio e dell’ambiente, stima dell’assorbimento di anidride carbonica come conseguenza agli accordi internazionali sui cambiamenti climatici (come il Protocollo di, Kyoto, che prevede una riduzione delle emissioni, entrato in vigore nel 2005 e valido fino al 2020 ). «Il simposio- spiega Lafortezza, l’organizzatore, sarà l’occasione per presentare i risultati di progetti di ricerca internazionali in materia di Global Change. Ad esempio i colleghi della Michigan State University, con i quali abbiamo instaurato uno stretto rapporto di collaborazione, presenteranno alcune ricerche relative al monitoraggio di vaste aree del pianeta attraverso dati satellitari». Continua il ricercatore barese: «Le informazioni estratte dai satelliti; per esempio il grado di impermeabilizzazione dei suoli o la deforestazione, sono state poi messe in relazione con i principali indicatori economici e sociali delle stesse aree, come il prodotto interno lordo o il reddito medio. Sulla base di queste relazioni sono stati sviluppati dei modelli matematici molto complessi in grado di effettuare previsioni sui cambiamenti degli ecosistemi naturali a scala globale». I «keynote speakers», cioè gli ospiti principali, sono Emilio F. Moran dell’università del Michigan, Piermaria Corona (direttore del Centro di ricerca per la selvicoltura di Arezzo), Frank Martin Seifert dell’Esa (l’agenzia spaziale europea) e David Anthony Coomes della University of Cambridge. Durante la manifestazione saranno anche presentati i primi risultati di un progetto di ricerca coordinato da Lafortezza e da Giovanni Sanesi per l’Università di Bari: una ricognizione aerea dell’area metropolitana di Bari attraverso un sensore laser, che ha permesso di realizzare una «sorta di plastico virtuale della zona con il quale è possibile analizzare le diverse parti del territorio. Per esempio abbiamo ottenuto una ricostruzione perfetta delle lame, all’interno delle quali abbiamo individuato di tutto, dalle carcasse di auto a copertoni di camion. Queste aree vanno pulite per evitare disastri idrogeologici». Il simposio è stato realizzato con il contributo di diversi partner tecnici (Hexagon, Planetek, Aerosigma, Ferrotramviaria, Natuzzi e Amiu Taranto) che hanno permesso di creare anche 12 borse di studio per far partecipare altrettanti ricercatori sotto i trent’anni e provenienti da tutto li mondo. E che presenteranno le loro proposte: cioè un’analisi della situazione attuale, ma anche previsioni e proposte per il futuro. «Non siamo allarmisti ma propositivi. Il nostro approccio – continua Lafortezza – è basato sulla conoscenza dei problemi del territorio e sull’individuazione di soluzioni attraverso li dialogo con gli stakeholders», cioè con tutte le persone e gli enti coinvolti nelle decisioni.
Ludovico Fontana