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S. Giovanni Rotondo valorizza il suo patrimonio archeologico industriale

Le iniziative dell’Amministrazione Comunale per il recupero del sito minerario.

 

L’Amministrazione Comunale di San Giovanni Rotondo intende valorizzare il proprio patrimonio archeologico industriale, inserendosi all’interno del contesto regionale pugliese.  L’iniziativa, senz’altro ambiziosa, ma fattibile, rientra in un progetto più ampio, denominato Le Vie della Miniera, finalizzato al recupero e alla valorizzazione dei principali siti minerari pugliesi.
Nel 2014, grazie alla collaborazione del Centro studi miniera di bauxite di San Giovanni Rotondo, è stata realizzata una mostra documentaria e fotografica sul sito minerario, si è svolto un convegno e sono stati avviati contatti con altri enti, associazioni e studiosi della materia interessati al progetto. A dicembre San Giovanni Rotondo ospiterà anche un educational sul patrimonio archeologico industriale alla presenza di esperti e giornalisti specializzati nel turismo culturale.
Per la prima volta in Puglia, è stato presentato un progetto di recupero del sito minerario sangiovannese: il Comune ha partecipato al bando della Fondazione con il Sud che finanzia con 500mila euro progetti per il recupero di un “bene immobile con documentata valenza storico-artistica e culturale, non utilizzato, per valorizzarlo come bene comune, restituendolo alla fruizione della comunità”.
L’amministrazione comunale vede nel bando una opportunità di recupero di una parte importante della storia sangiovannese, attivando procedure  che porteranno, come auspicabile, ad aprire un nuovo importante canale turistico, così come avviene in molte parti d’Europa e d’Italia.
Il sito minerario di bauxite di San Giovanni Rotondo, il più vasto d’Italia, è stato attivo fino al 1973 e, in quasi quarant’anni di attività, ha rappresentato una importante realtà economica per il territorio dauno e per le politiche industriale italiane.
Abbiamo il dovere di recuperare Memoria per offrirla alla conoscenza e fruizione delle nuove generazioni che hanno sentito parlare della miniera dai loro nonni. Il nostro è un dovere etico e un modo per ringraziare chi ha lavorato duramente in miniera e, in molti casi, anche morendo.