“L’alluvione del Gargano non provocata solo dalla cementificazione del territorio”. L’atto di accusa e l’invito alla riflessione dell’ordine dei dottori agricoli e forestali della provincia di Foggia dopo i danni sul promontorio.
«Gli effetti tragici degli eventi atmosferici eccezionali che hanno colpito il Gargano potevano essere evitati o comunque contenuti se nei territori interessati i Comuni si fossero resi promotori di un ritorno alle buone pratiche agronomiche per la mitigazione del rischio idraulico, quali terrazzamenti, muretti a secco, interventi di contenimento del terreno e di regimazione delle acque basate su tecniche di ingegneria naturalistica, come pure attraverso interventi di forestazione anche su piccola scala». E’ quanto ha dichiarato il Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della provincia di Foggia, Luigi Miele, ricordando che spesso la cosiddetta cementificazione selvaggia, comunque da condannare, è di certo l’aspetto più impattante, anche sotto il profilo mediatico, ma bisogna aggiungere che anche nelle zone interne e montane occorre comunque rispondere alle esigenze abitative e degli insediamenti produttivi: il punto, dunque, è quello sì di costruire nel rispetto delle regole, ma anche di preparare adeguatamente il territorio ad ospitare detti interventi con la realizzazione diffusa di "opere naturali", in grado di attenuare gli effetti del deflusso delle acque di portata eccezionale; lo stesso dicasi per quelle aree acclivi dove la vegetazione arborea è stata distrutta da incendi. Le buone pratiche agronomiche, al riguardo, sono una risposta efficace, efficiente ed economicamente più alla portata: troppo spesso, invece, questi progetti basati su tecniche di ingegneria naturalistica – di piena competenza dei dottori agronomi e forestali – e , predisposti da Comuni e Consorzi di bonifica, spesso in proficua sinergia tra loro, non trovano poi adeguata attenzione in sede di finanziamento regionale, oppure subiscono vincoli e prescrizioni alla pari degli interventi edilizi tradizionali. «Occorre innanzitutto una svolta culturale – conclude il Presidente Miele -,in un territorio di nota tradizione agricola, ma dove spesso la matrice rurale tende ad essere inspiegabilmente rimossa: lo conferma il fatto che basterebbero le dita di una sola mano per contare i dottori agronomi e forestali alle dipendenze degli uffici tecnici dei Comuni dell’intera provincia di Foggia, dove le figure professionali per eccellenza in materia ambientale e paesaggistica vengono per lo più impegnate in questioni legate alla manutenzione del verde urbano ed all’abbattimento degli alberi».