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ASSASSINI O EROI D’ITALIA?

Il Generale SOLAROLI aiutante di campo di Vittorio Emanuele II definiva i contadini "la più grande canaglia dell’ultimo ceto". I contadini dovevano essere tutti fucilati, senza far sapere niente alle autorità. Imprigionarli non era conveniente perché, una volta in galera, lo Stato doveva provvedere al
loro sostentamento. Il Generale ENRICO CIALDINI dopo aver massacrato Gaeta telegrafò al governatore del Molise:
"Faccia pubblicare un bando che fucilo tutti i paesani che piglio armati e do quartiere solo alla truppa.
Oggi ho già cominciato".

Il Generale FANTI emanò un bando che sanciva la competenza dei tribunali militari straordinari per i
colpevoli di brigantaggio, saccheggio, incendi e uccisioni.

Il Generale DELLA ROCCA impartì l’ordine che: "…. non si perdesse tempo a far prigionieri, dato che i
governatori avevano fatto imprigionare troppi contadini". In una settimana nel Teramano furono
fucilati 526 contadini e a Scurcula altrettanti, e così a Isernia e Rionero Sannitico e in mille altri paesi
del Sud. Lo stesso Generale così scriveva in un suo memoriale: "erano tanti i ribelli, che numerose
furono le fucilazioni; da Torino mi scrissero di moderare queste esecuzioni, riducendole ai soli capi,
ma, i miei comandanti di distaccamento che avevano riconosciuto la necessità dei primi provvedimenti,
in certe regioni dove non era possibile governare, se non incutendo terrore, vedendosi arrivare l’ordine
di fucilare solo i capi telegrafavano con questa formula "arrestati, armi in mano, nel luogo tale,
tre, quattro, cinque capi briganti" ed io rispondevo: "FUCILATE". Poco dopo il Fanti, a cui il
numero dei capi sembrava esagerato mi invitò a sospendere le fucilazioni e a trattenere prigionieri tutti
gli arrestati. Le prigioni e le caserme rigurgitavano".

Il Colonnello PIETRO FUMEL si vantava di aver fatto fucilare "trecento briganti e non
briganti" e sottoponeva a torture e sevizie inaudite i prigionieri.

Il Capitano CREMA comandante di una colonna mobile del 45° fanteria nel Molise emanò il seguente
bando: " IN NOME DI VITTORIO EMANUELE RE ELETTO DALLA NAZIONE – il sottoscritto. Comandante
la colonna mobile, incaricata dal superiore governo di ripristinare l’ordine in questo mandamento,
avvisa indistintamente tutti gli abitanti di Casalciprano e dei suoi contorni che, da oggi fino a nuove
disposizioni, saranno posti in esecuzione i seguenti rigori di legge eccezionale: 1) Chiunque tratterà o
alloggerà briganti sarà fucilato. 2) Chiunque darà segno di tollerare o favorire il più piccolo tentativo di
reazione sarà fucilato. 3) Chiunque sarà incontrato per le vie interne o per le campagne con
provvigioni alimentari superiori ai propi bisogni, o con munizioni da fuoco per ingiustificato uso, sarà
fucilato. 4) Chiunque, avendo notizie dei movimenti delle bande non sarà sollecitato di avvisare il
sottoscritto, verrà considerato manutengolo o come tale fucilato". Il Crema fu richiamato a
Campobasso in quanto i comandi superiori vennero a conoscenza che era suo costume saccheggiare
chiese ed esattorie comunali, fattorie e monti frumentari e non sempre per sostenere la propria
truppa.

Il Generale FERDINANDO PINELLI (Roma 29 dicembre 1810 – Bologna 5 marzo 1865) fu decorato
con medaglia d’oro con regio decreto del 9 febbraio 1862 con la motivazione "Per i soddisfacenti
risultati ottenuti col suo coraggio e per l’instancabile sua operosità nella persecuzione del brigantaggio
nelle provincie napoletane nel 1861". Il Generale estese la pena di morte a chi avesse "… con parole o
con danaro o con altri mezzi eccitato i villici ad insorgere, nonché a coloro che con parole od atti
insultassero lo stemma dei Savoia, il ritratto del re o la bandiera nazione".

A cura di:
Michele Lopriore
Ass. Sentimento Meridiano