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Puglia/ 177mila in fuga dal 2002

Non è una regione per gio­vani. In dodici anni la Puglia ha fatto meno figli, è invecchiata e ha fatto scappare buona parte della sua meglio gioventù, "perdendo" 177mila persone nella fascia di età da 0 a 24 anni: nel 2002 erano 1 milio­ne 223mila, ma si sono ridotti a 1 milione 46mila nel 2014.  Le ci­fre, frutto di un’analisi di dati Istat e Ipres, sono impressio­nanti. Quest’anno sono 583mi­la i pugliesi nella fascia di età da 0 a 14 anni. Ciò vuoll dire che ri­spetto al 2002, quando nella stessa fascia di età si contavano 760mila giovani pugliesi, si è re­gistrato un calo di 86mila unità. Il discorso non cambia neanche nella fascia 15-24 anni. Nel 2014 in tutta la regione si con­tano 463mila persone (ma era­no 553mila dodici anni fa, con un calo di 89mila unità). Anche il futuro in questo senso non è roseo. Le previsioni per il 2020 danno la popolazione giovanile pugliese ancora in calo con la fa­scia 0-14 ridotta a quota 540mi­la e quella 15-24 a 422mila per­sone. Se le previsioni si doves­sero rivelare corrette, la Puglia sarà costretta a dire addio ad al­tri 80mila giovani fino a 24 an­ni. Tra le cause principali del ca­lo c’è l’inarrestabile riduzione dei nuovi nati pugliesi: nel 2002 erano 40mila, sono diventati 33mila nel 2013. Ma bisogna considerare anche la fuga dei giovani dalla Puglia per andare a studiare o lavorare fuori. I da­ti sulle immatricolazioni al primo anno di università di residenti pugliesi parlano chiaro: calano gli immatricolati nelle facoltà pugliesi passando da 24mila del 2010-2011 a 22mila del 2012-2013). Enormi cifre sul lavoro. Nel 2004 gli occupati della fascia di età da 15 a 24 anni erano 112mila. Nel 2013 si erano ridotti a 58mila. Il tasso di disoccupazione è passato dal 35,4 al 49,7 per cento. Anche i Neet (giovani da 15 a 29 anni che non lavorano e non non studiano ) sono aumentati passando dal 29 al 31 per cento. Gli unici dati in controtendenza riguardano i titoli di studi: il tas­so di laureati è passato dal 11,5 del 2004 al 18.4 dell’anno scor­so. Un balzo in avanti imponente, anche se l’obiettivo Ue per il 2020 di raggiungere quota 40 per cento sembra ancora molto lontano. «Il fenomeno del calo di giovani nella popolazione non riguarda solo la Puglia – af­ferma Alba Sasso, assessore regionale al diritto allo studio e alla Formazione – l’inversione di tendenza passa inevitabilment­e da un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle donne e, più in generale, del­la famiglia. Se non si crea lavoro sarà difficile cambiar rotta».