Donna Grazia: “A 70 anni sono andata a Praga per vedere come stava”. Il 12 luglio 2013 Richtar era andato a Peschici a riprendere Iveta: “sono stata strattonata perché non volevo che la portassero via”, spiega la madre di Domenico Martucci.
Cosa è successo quel 12 luglio 2013 a Peschici? Il tabloid scandalistico Blesk, del gruppo Bild, e l’emittente televisiva Nova accompagnano Jusep Richtar in Puglia, sul Gargano, dove è nascosta la sua compagna Iveta Bartoscova. La storia della cantante, del suo compagno e di Domenico Martucci è un caso che tiene incatenata allo schermo un’intera nazione. "Quando è venuta a trovarmi era sfatta, indossava una camicia da uomo, non aveva l’intimo, puzzava di alcool perché da quando stava con Richtar aveva ripreso a bere. L’abbiamo portata da un medico, era a pezzi, l’abbiamo addirittura imboccata per farla mangiare", racconta Grazia Marino. L’idea che Richtar sia il suo aguzzino, nella mente della madre di Martucci, si fa strada con insistenza. “Non posso immaginare – prosegue – che un uomo in Italia possa introdursi nella casa di un privato, sfondando la porta e prelevando con la forza una persona. Sono stata strattonata perché non volevo che la parassero via, perché Iveta non voleva andar via, anzi aspettava il ritorno, di mio figlio. Prima che arrivasse quell’uomo, le è suonato il cellulare ed è praticamente impazzita, ha iniziato ad urlare: ho sentito soltanto ripetere "Artur no". Artur era suo figlio", Dall’altra parte del telefono c’era l’ attuale compagno: il filmato dell’irruzione dell’uomo ceco è andato in onda la sera stessa e lo ritrae a torso nudo mentre armeggia col telefono fino a quando non riesce ad introdursi all’interno del Palazzo della Torre. "Nello stesso momento i giornali in Repubblica Ceca mi dipingevano come un pazzo, come se avessi rapito la donna. In realtà contemporaneamente io collabaravo con la polizia di Praga 4, mi davano direttive su come comportarmi e quali indicazioni dare alla mia famiglia a Peschici in attesa del mio ritorno". Solo in un secondo momento "hanno smesso di attaccarmi e hanno indirizzato il loro operato nei confronti di Ricthar", sostiene Martucci. Quando però i carabinieri di Peschici chiedono ad Iveta di comunicare le sue intenzioni, la cantante decide di ritornare in patria. "A quel punto non c’ stato più niente da fare, lei mi ha telefonato dicendomi che ha dovuto farlo per salvaguardare il figlio, dopo questo non ci siamo sentiti". Invece è la madre di Domenico Martucci a non darsi per vinta. "A settant’anni ho deciso di andare Praga per vedere come stava, volevo portarla via, ho fatto di tutto. Iveta era un persona dolcissima e tutta la nostra famiglia l’ha subito accettata con tanto affetto", dice la donna. La polizia, però, allontana Grazia Marino dall’abitazione (la scena viene ripresa dalle telecamere della tv Nova). A aprile 2013, poi, succede l’imprevedibile: Iveta decide di farla finita, "era succube e veniva maltrattata dal marito e ha approfittato della sua assenza per andare in stazione e togliersi la vita gettandosi sotto un treno in transito", racconta la madre di Domenico Martucci. "Due mesi fa Richtar è star condannato a due anni per i maltrattamenti sulla prima moglie. Certo; è difficile in Repubblica Ceca che siano condannati episodi del genere. Tutte le indagini su quel caso sono morte sul nascere, tutte archiviate. I genitori di Iveta non sono andati ai funerali della figlia perché c’era Richtar, che avevano appena denunciato. Da parte mia ho sporto denuncia ai giornali che mi avevano calunniato, ma anche in quel caso è stato tutto archiviato; La polizia ceca- sostiene Martucci – ha evitato di approfondire un caso così spinoso e così mediatico". "So solo – prosegue- che è deceduta una persona, che il suo compagno probabilmente la maltrattava e che la costringeva a vivere in condizione subalterna: incassava lui tutti i soldi dei concerti, non è una persona corretta". Solamente ad un mese dalla scomparsa di Iveta Bartoscovo, e con la pressione mediatica ancora alta e i riflettori puntati su Josep Richtar, è spuntato un testamento nel quale è disposto che tutti i beni della cantante vadano a suo figlio Artur. La data risale a quella movimentata e convulsa giornata a Peschici.
L’Attacco