Comune e agricoltori fanno di tutto per non perdere un anno di lavoro.
Da Rodi a Peschici, da Vico a Rignano, passando per Carpino e S. Marco in Lamis. Ovunque si tenta di ottenere il massimo possibile dal settore agricolo dopo l’alluvione: “ma è dura”.
I garganici non stanno fermi con le mani in mano, e già dalle prime ore dopo il nubifragio del 5 e 6 settembre si sono messi all’opera per ripristinare lo stato naturale delle cose nella Montagna del Sole. Ovunque ci siano stati danni si è lavorato per riportare la normalità, grazie anche ai tanti volontari che hanno dato una mano per la ripartenza. Ma il settore più danneggiato, forse più di quello turistico è l’agricolo, dove si contano diversi milioni di euro di danni, e per cui si sta facendo di tutto per non buttare all’aria mesi di intenso lavoro. A tal proposito; si è speso più volte Pino Lonigro, consigliere regionale, che ha chiesto al governo nazionale interventi urgenti per gli agricoltori della Capitanata. La scorsa settimana, invece, alla Coldiretti di Foggia si è visto l’assessore regionale all’agricoltura, Fabrizio Nardoni, che ha spiegato le attività della giunta regionale in favore degli agricoltori foggiami. Nel corso della riunione, i rappresentati delle associazioni di categoria hanno esposto le peculiarità e i danni del comparto agricolo della provincia e del Gargano in particolare, ma hanno anche proposto alcune iniziative economiche in sostegno degli agricoltori più danneggiati. Nel Gargano, inoltre, si sta lavorando su più fronti per dare una mano concreta alle tante aziende agricole che hanno riportato ingenti danni dall’alluvione di settembre. A Rodi Garganico, ad esempio, il primo cittadino Nicola Pinto ha lavorato dalle prime ore successive al nubifragio "per dare delle risposte concrete ai nostri agricoltori. Non a caso, le prime strade che abbiamo liberato dal fango sono state quelle rurali. Questo è un momento fondamentale per il territorio e per l’agricoltura, attività principale di guadagno per molte famiglie nel nostro territorio, e quindi a loro dovevamo dare segnali di vicinanza". A Carpino la stessa cosa, con l’amministrazione guidata da Rocco Manzo che, grazie ai lavori effettuati da una ditta locale, è riuscita a liberare dal fango le strade rurali e interpoderali: "Nelle nostre campagne, la situazione era davvero tragica, molto più che nel centro cittadino" ha spiegato alla nostra testata il primo cittadino carpinese, e ancora "Quindi, si è deciso di intervenire prima in quelle aree per permettere ai nostri agricoltori e in particolare olivicoltori di recarsi nelle loro terre e riuscire a salvare il salvabile". Non a caso, Carpino è considerata la città dell’olio, e la perdita di gran parte degli alberi di olive avrebbe messo a serio repentaglio l’economia di una cittadina intera. "Oggi stiamo continuando su questa strada" proseguono dal Municipio carpinese "grazie sia ai primi lavori di somma urgenza effettuati velocemente in quei tragici giorni, che agli interventi che stiamo mettendo in atto e studiando con i tecnici del Consorzio di Bonifica". Un altro centro danneggiato dall’alluvione è Rignano Garganico, dove nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra gli amministratori e gli agricoltori rignanesi per riportare "un quadro generale dello stato delle cose e provare a lanciare un’azione di rilancio dell’economia agricola tutti insieme". Insomma, in tutto il Gargano si continua a lavorare, grazie anche ai fondi messi a disposizione dalla Regione,per risollevare. le sorti dell’agricoltura, Nel frattempo, si aspetta ancora il riconoscimento dello stato di calamità dal governo.
l’Attacco