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Che provincia è questa

Contro le previsioni, nonostante i tradimenti dentro l’urna, i calci negli stinchi, diciamo buon lavoro a Francesco Miglio, Presidente della nuova provincia di Foggia.

 Sul filo di lana, come si dice, il Sindaco di San Severo, candidato del centrosinistra ha assestato una bella bastonata al candidato del centrodestra Franco Landella. Ma, per noi garganici, il triste trionfalismo sull’alta partecipazione al voto per il Presidente e i 12 consiglieri della provincia ci ricorda una nostra concittadina, Cecch da picciun, che nessuno conosceva ma tutti sapevano dove trovarla. Si è votato, abbiamo una provincia di serie di B, declassata per effettuare (sostanziosi) risparmi di spesa pubblica ma, uno studio pubblicato da Sole 24 Ore ci avverte che, rispetto ai costi precedenti, questa pantomima di provincia risparmia appena un 5%, all’insaputa dei cittadini ancora una volta fottuti e gabbati. Il quadro della rappresentanza territoriale, scaturito da questa farsa elettorale, esprime in modo palese come il “governo” del territorio non risponde a regole di equilibrio diffuso e di rappresentanza ma ad arroganti, vecchie ed anacronistiche logiche spartitorie di gruppi e gruppetti.
Sulla dorsale garganica, ad un tiro di schioppo fra Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo, troviamo gli unici due eletti che siederanno al fianco del presidente Miglio. Non si va oltre. Tutta la fascia strategica del cosiddetto “Gargano Nord” non è rappresentata, zero. Sapevamo che la riduzione dei consiglieri avrebbe comportato scelte di squadra, ma conoscendo bene i nostri ci siamo illusi che potessero esprimere un indirizzo politico comune. Questa parte del Gargano, polo primario del turismo e dell’agricoltura, martoriato dai recenti eventi calamitosi, avrebbe meritato candidature più serie e più solide. Questa parte del Gargano che in passato ha espresso tanti illuminati e pragmatici presidenti di provincia, che ha saputo tessere le tele di alleanze politiche per guidare la Capitanata, oggi raccoglie il vuoto parolaio e l’effimero presenzialismo da quattro soldi.
Sul tavolo del presidente Francesco Miglio vi sono le incertezze sulle vecchie e nuove funzioni, sulle risorse da trovare per i servizi fondamentali, il futuro di Capitanata 2020, lo stato della viabilità, l’ammodernamento, l’adeguamento e il completamento delle strutture scolastiche, la distrettualizzazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Insomma, c’è tanto da lavorare. Resta l’amarezza per l’esclusione del “nostro Gargano” e sulle conseguenze di questa esclusione. E’ arrivato il tempo per una riflessione sullo stato della politica locale e le sue nefaste conseguenze che, giorno dopo giorno, rivela il volto della totale inettitudine e che va cacciata a calci, prima che questo territorio diventi terra di nessuno.

Michele Angelicchio