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Per una poltrona da consigliere regionale servono da 100 ai 300 mila euro

Per diventare governatore la spesa è di mezzo milione.

 

Quanto costa una campagna elettorale per le regionali per chi corre da governatore? E quanto per un aspirante al Consiglio? Una prima traccia l’ha offerta, l’altro ieri, il candidato del centrosinistra alle primarie, Michele Emiliano, in merito alla lenzuolata di manifesti fatti affiggere dal consigliere regionale di Fi, Nino Marmo, in campo per la carica di governatore del centrodestra. «Marmo – ha detto Emiliano a margine di una conferenza stampa – avrà speso forse 100 mila euro, almeno è quello che avrebbero chiesto a me. Altro che i 4.500 euro dichiarati. Con quelli si compra appena la colla e si pagano gli attacchini». Il tema, come si vede, non è di piccola rilevanza visto che le grandi manovre sono già cominciate da un pezzo. Naturalmente esiste una legge – la numero 43 del 1995 – che disciplina nel dettaglio le spese per una campagna elettorale regionale: vengono fissati dei limiti di spesa sia per quanto riguarda i singoli candidati che per le liste. Sono previste anche delle sanzioni amministrative per le violazioni commesse. Ma siccome il controllo dei tetti di spesa si applica esclusivamente ai rendiconti degli ultimi 30 giorni di campagna elettorale, cioè quando le liste vengono consegnate al tribunale, per tutto il periodo precedente si apre una prateria. In Puglia, il candidato consigliere alle regionali può spendere 38.802,85 euro come quota fissa, cui si aggiunge lo 0,0061 euro per cittadino residente nella circoscrizione. Che questi limiti vengano violati frequentemente lo ha rilevato il caso del consigliere regionale Danilo Crastolla finito nelle mani della Scu. Una verità che evidenzia anche i limiti di un elettorato passivo riservato solo a chi può.
«Per la mia esperienza, posso dire che una campagna elettorale per le regionali va dai 100 ai 300 mila euro – spiega Riccardo Stillavato di Promostudio, che ha seguito le corse elettorali sia di Emiliano che di Rocco Palese (Fi) – molto dipende dalle strutture che si vogliono mettere in piedi. Per Palese furono i “clip” collegati, cioè i comitati realizzati dai giovani». Figura determinante è quella del campaign manager, l’ideatore della campagna «che consiglia come investire al meglio le risorse disponibili e con l’arrivo dei social web, i costi sono diventati ragionevoli». Entra nel dettaglio, invece, Giovanni Sasso di Proforma, agenzia nazionale, punto di riferimento di leader come Renzi e Vendola e dello stesso Emiliano. «Lanciare un candidato ha costi sostenuti se si vogliono fare le cose per bene». Vediamo. «Le affissioni di manifesti non costano meno di 100mila euro. Altrettanto costano i passaggi televisivi. In radio parliamo di 50 mila euro, sulla stampa 40 mila euro, il web varia da 30 ai 50 mila euro. Oggi è quello che conta maggiormente e deve avere una strategia mirata». Per Emiliano è diventato un mezzo insostituibile, anche se nella seconda campagna per l’elezione a sindaco, ricorda Sasso, «lo convincemmo con fatica a puntare su questo mezzo. E quando ci vedeva davanti ai computer ci diceva: è finita la ricreazione, ragazzi, tornate a lavorare. Lo abbiamo preso in giro per anni». A questi costi vanno aggiunti, poi, quelli dei professionisti. «Un’agenzia su base regionale non chiede meno di 50 mila euro – continua Sasso – con uno spin doctor, un grafico, un social media manager». I costi totali sfiorano i 400 mila euro. E sono esclusi i costi degli eventi, delle sedi e della campagna per le primarie, calcolati in altri 100 mila euro: in tutto 500 mila euro. Per i consiglieri regionali la cifra scende di molto e si aggira fra 70 mila euro, secondo Proforma, e i 100 mila secondo altri. Senza contare il “nero”, quello per esempio dato sottobanco ai tanti rappresentanti di lista. Lo stipendio netto da consigliere si aggira intorno ai 7 mila euro netti al mese e si capisce che è questo il punto di arrivo per il pareggio di bilancio. Buttano acqua sul fuoco i tanti consiglieri regionali interpellati e parlano di cifre spese ben al di sotto di quelle previste dalla legge, grazie alla notorietà personale, all’utilizzo dei militanti di partito, alle spese per i manifesti fatte molto prima che la campagna elettorale abbia inizio per ottenere prezzi stracciati. Ma i guai in cui si è trovato il consigliere Crastolla che ha raccontato di aver avuto un impegno economico fra i 150 e i 240mila euro per tornata elettorale, dicono più dei giuramenti di austerity.