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La confirmatione dei capitoli della terra di Vico

Un’eccezionale pergamena rinvenuta a Napoli dal sottoscritto ci porta a conoscenza di quali fossero gli obblighi e i diritti degli abitanti di Vico verso il proprio feudatario di Vico nel 1528. L’importanza della pergamena fa luce su un periodo storico di Vico che vedeva la cittadina garganica feudo dei Caracciolo sia dal 1496 come riportato da tutti gli storici locali.
Al contrario la pergamena ci indica come feudatario di Vico,la famiglia Bulgarello che ne era già feudataria prima del 1496. I Bulgarello secondo i dati tramandatici dagli storici locali furono privati del feudo che fu venduto a Galeazzo Caracciolo,per aver Ettore Bulgarello,notorio ribelle tradito Ferdinando I° per Giovanni D’Angiò . Probabilmente come accadde anche in passato tra il passaggio tra gli svevi e gli angioini i vecchi feudatari non lasciarono subito i feudi  e ciò avvenne molti anni dopo come sicuramente sarà successo nel nostro caso. Un dato sicuramente è certo nel 1528 da quanto si evince dalla pergamena i feudatari di Vico erano ancora i Bulgarello e non i Caracciolo che poi ebbero i feudo in seguito.
Il 7/3/1528 recita il documento " Noi Sebastiano Verderame della terra d’Ischitella con la regia autorità del notaio Donato de Romanis d’Ischitella e alla presenza dei testi:  Signore Pietro Partius De Giorgis,Signore Antonio de Pascarellis,Signore Nardius Joanes de Pascarellis della terra di Vico, il signor Berardino Grossus ,capitano della terra d’Ischitella, si sono costituiti l’Eccellente Signore Nicola Vincenzo Bulgarello di Napoli ,agente e presente a tutte le cose e si contenta per sè e per i suoi successori da una parte e Berardino de Verona,Blasius de Giorgis Antonio De statio Petrusine, e da una parte Bartolomeo de Roberto,assente,e Bramazio,schiavone,abitante nella terra di Vico e loro successori da una parte".
Domenico Nicola Vincenzo spontaneamente dichiarò che fosse pubblicata la carta dei capitoli del detto Sindaco e degli eletti dell’Università di Vico.,dove nei capitoli si dichiarava grazia ed immunità per gli uomini dell’Università di Vico,tramite  Cola Vincenzo Bulgarello della terra di Vico.
" In primis che detta Università e gli uomini di quella supplichino detta disposizione del Signore e che le pene e i debiti immessi in detta terra dalla parte offesa non abbiano nessuna comprensione."
Che ogni anno si debba porre un ufficiale idoneo a par pagare e ogni anno un sindaco secondo la ragione ed essendo trascorso tale anno lo stesso perdeva l’autorità conferitagli.
Il documento continuava  dicendo " Piaccia che i forni della terra di Vico abbiano cotto il pane ai cittadini e solo debbano dare conforme al termine uno rotulo di pane ,i fornai li debba decidere l’Università la quale sia tenuta a fare stare in ordine detti forni e possa provvedere al pagamento e al prezzo in sua libertà. Seguivano le disposizioni per i fornai ai quali venivano concesse molte agevolazioni a condizione che non facessero mancare il pane per i cittadini.
Disposizioni si avevano pure per i trappeti che pur dovendo pagare l’imposta dovuta  che erano liberi in caso di insufficienza a macinare nei propri ad andare a macinare anche in altri ,mentre l’Università e i cittadini erano liberi da pagamenti.
Era libero il commercio di acquistare e vendere  a condizione di pagare solo tre onze.
Ogni cittadino doveva ricevere una bestia nell’anno  o porco ,o pecora o capra, senza pagare niente ,anche nel caso le bestie venivano mangiate dai lupi, aveavano anche facoltà di vendere la bestia concessa,pagando in questo caso la bagliva.
Ogni cittadino tra il sabato e la domenica doveva avere chiuse le porte di casa  nei mesi di Maggio e Giugno per non consentire ai serpenti di entrarvi,pena 1 carlino.
500 tarì venivano pagate per le bestie alla bagliva, e in casi di incendio o pioggia era consentito nella difesa di Vieste l’ingresso delle bestie nelle vigne a condizione che pagassero un tarì.
A ogni cittadino era consentito di avere una soma di legna per Natale ed era consentito ad ogni cittadino di vendere e alienare roba e terreni.
L’acqua per annaffiare gli orti non era dovuta ad alcun pagamento.
Il possesso di un porco maturo era soggetto al pagamento di  15 rotulo,nessun pagamento per un animale da soma.
Chi andava a piedi a Pantano e se ne tornava con delle anguille non era soggetto a nessun pagamento.
I Magistri dell’Università non potevano spostarsi in nessun castello o luogo o navigare per pantani.
I cittadini potevano invece partite per altri paesi a condizione che non si facessero la casa,in quel caso erano tenuti al pagamento di un rotulo di pane.
Ogni anno i sindaci dovevano eleggere il carmelengo e creare quello nuovo che si annunciava a suono di campana pena carlini 5,
Il  capitano doveva far eleggere inoltre il governatore.
L’Università poteva inoltre ospitare forestieri nei casi di periodi di guerra o epidemie.
Doveva inoltre intervenire facendo scontare le dovute pene in caso di ferimento o omicidi.
Per il bestiame e i guardiani c’era l’obbligo di pagare le tasse.
La carne poteva essere venduta nei termini di legge.
Inoltre nessuno poteva tenere del pane per giorni che si doveva portare nel forno del Signore sotto la pena di pagare il danno,Il capitano della bagliva poteva esigere 5 carlini e a volte anche 15.
Il documento continua ancora un pò con altre disposizioni,ma nell’ultima parte si rivela non molto chiaro e indecifrabile ,in ogni caso da quando sinora esposto appare un quadro pressochè completo di quelle che erano allora le disposizioni per i cittadini di Vico.
Il documento si conclude con la promessa che il fuedatario Nicola Vincenzo Burgarello era obbligato insieme ai suoi eredi con i mobili e gli edifici a pena di mille ducati all’osservazione della suddetta legge.
Il documento veniva firmato da Sebastiano de Verderame,da Zigose d’Ischitella,Giuseppe Tranaso arciprete  d’Ischitella ed altri di cui la firma non ci riesce a decifrare.
Giuseppe Laganella.