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Vico/ Quindici anni di Teatro K. Andiamo al “ Massimo “

E’ ripartito, puntuale come ogni anno, il prezioso cammino del Laboratorio teatrale “ Teatro K “, diretto da Massimo Montagano con la collaborazione di Pino Casolaro, dell’ Officina teatrale di Foggia. Siamo al quindicesimo laboratorio per l’attore e ci attendono importanti novità.

 

Massimo, finalmente libero da impegni scolastici, ha preparato un ventaglio di lavori per ogni palato. Ci aspetta, come sempre, un serio e duro lavoro di gruppo per raggiungere buon risultati.
Quindici anni sono tanti, da quel lontano 1999, quando Montagano da Casacalenda, guardiano del nostro Convento dei Cappuccini, riavvia l’esperienza del laboratorio teatrale con un gruppetto di persone. Questo luogo è stato più volte definito “ una goccia d’acqua nel deserto culturale del paese” . Da qui sono passate decine, centinaia di persone: avvocati, casalinghe, medici, pensionati, architetti, studenti, farmacisti, insegnanti provenienti da tutti i paesi del circondario. Tutti hanno preso qualcosa. Molti sono andati via, gli studenti sono passati alle università, altri sono rimasti affascinati da questo luogo che, settimana dopo settimana, hanno visto una lenta ma costante mutazione della loro identità, del corpo, del pensiero, del vivere. In questo laboratorio si sono strappati dal sonno della quotidianità sentimenti e stati d’animo prima sconosciuti. Sulla scarna pedana di legno si è imparato a non temere e controllare il dinamismo interiore, valorizzando la sconfinata creatività dell’attore. Il “Teatro K” ci ha insegnato il rischio, l’osare, sperimentare, intraprendere vie mai battute, gettare lo sguardo oltre l’orizzonte visivo. Nella sacralità di questa ampia stanza del Convento dei frati Cappuccini abbiamo conosciuto e fatto amicizia con Pirandello e il suo Gegè, Bertolt Brecht e la vita di Galileo, Federico Garcia Lorca, Neruda, Fedor Dostoevskij, il nostro Michelangelo Manicone, Elektra di Hugo Von Hofmannsthal, il coraggio della Oriana Fallaci, la struggente vita di Alda Merini, la napoletanità di Eduardo de Filippo: “ Nel teatro si vive sul serio quello che gli altri recitano male nella vita.” E tanti, tanti altri. In questo Laboratorio abbiamo raccontato di santi e demoni, di re e regine, ci siamo permessi di sbeffeggiare la Repubblica di Weimar con Tingeltangel di Karl Valentin, rivivere le rivoluzioni di popoli, le tragedie delle guerre, la vita dei martiri, i grandi amori e i grandi tradimenti, l’oppressione, la schiavitù e la libertà. Ma soprattutto abbiamo avuto la fortuna di vivere “il teatro”; fra le arti è certamente la più completa e complessa. Non ci sono paratie, non esistono filtri, non si torna indietro, non si riavvolge il nastro o la pellicola. Ogni volta è una emozione nuova, unica. Il tuo sguardo negli occhi del pubblico, il suono della tua voce e l’ascolto del pubblico, i tuoi gesti, le tue pause, le tue parole, il tuo racconto e il silenzio religioso del pubblico.
Questo, al quindicesimo anno, è il “Teatro K” di Massimo Montagano, il luogo per tutti, non chiede nulla, ha sempre e soltanto dato. Una goccia d’acqua per dar vita ai sogni, perchè non c’è vita senza sogni e non ci sono sogni senza il teatro.

Michele Angelicchio

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