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Vico/ 300 in piazza per chiedere le dimissioni del sindaco Sementino

Per i giovani del CERBERO non riesce a risolvere la crisi occupazionale che attanaglia anche il borgo garganico, è in scena una manifestazione perenne capeggiata da Cusmai. “Continueremo a manifesta­re, dormendo in tenda, fino a quando il sindaco non si di­metterà”.

 

Niente da fare, Sementino a questi ragazzi del Cerbero proprio non piace. E l’ennesima dimostrazione è arri­vata dalla manifestazione organizzata dal presidente dell’ associazione culturale vichese, Daniele Cusmai,e dai suoi ragazzi, tenuta ieri e che sta andando ancora avanti. Oltre trecento persone han­no sfilato per le strade di Vi­co del Gargano, gridando a gran voce per farsi sentire dagli amministratori chiusi nel Palazzo di Città che mu­ratori, allevatori, agricoltori, ma anche negozianti e bari­sti sono in grave difficoltà e all’orizzonte non si prospet­ta nulla di buono. Cusmai ha chiesto esplicitamente al sindaco Michele Sementi­no di dimettersi, che ha ri­sposto secco: "Noi non ci di­mettiamo, anche se lì fuori ne siete in tremila e ci starete un mese". E forse ci staranno proprio un mese, i ragazzi del Cerbe­ro. All’evento tenutosi ieri mat­tina oltre ai militanti di Cu­smai, hanno preso parte anche operai edili, imprenditori del settore agricolo, contadini, allevatori; titolari di attività commerciali, tutti insieme ‘per chiedere’ le dimissioni del primo cittadino dato che, a dire dei manife­stanti, "non è stata messa in atto alcuna politica da parte dell’amministrazione tesa ad aumentare l’occupazione del nostro Comune”. “Abbiamo chiesto per un an­no e mezzo il dialogo con questa amministrazione, forse illudendoci di avere una risposta" esordisce così Cusmai nel suo intervento in piazza, ascoltato da centina­ia di vichesi "Per quanto mi riguarda, alle nostre azioni abbiamo avuto solo multe. Alla comunità avete portato passi indietro di anni, avete portato questo paese ad essere l’ultimo del Gargano. Un anno intero interessati al Piano Urbanistico Generale, che ricordo la sola elaborazione è costata ai vichesi 300mila euro ed il punto in­terrogativo era: riqualificare o edificare? Voi avete scelto la seconda. Allora edifichiamo dove c’è una decrescita della popolazione e costruiamo case per 5000 abi­tanti. Cercheremo comparse per riempire anche queste? Edifichiamo o no Cale­nella? La natura a settembre ha risposto -come ben sap­piamo. Volevate edificare su una piana con vincoli e vi hanno bloccato. Siete fuori dal mondo, fuori da ogni logica!". Cusmai parla, la piazza ap­plaude e incoraggia il giova­ne leader del Cerbero a "can­targliene quattro". E lui con­tinua col suo discorso, in più’ parti duro ma deciso. "Ho parlato dell’alluvione e ricordo che l’unica squadra presente sul territorio di Vi­co e San Menaio era quella messa in piedi dall’associa­zione che rappresento. Ra­gazzi e ragazze nemmeno maggiorenni che si sveglia­vano la mattina alle 6 e tor­navano a casa alle 7, sporchi di fango, stanchi, ma felici e con il sorriso, sulle labbra perché avevano aiutato chi ha perso tutto. Abbiamo liberato strade, tratturi nego­zi allagati senza ricevere un euro, solo la gratitudine di chi in quel momento è stato lasciato solo da voi. E avete avuto anche il coraggio di dirci che dovevamo smette­re di lavorare a Vico e San Me­naio e se volevamo, poteva­mo andare a Rodi o Peschici. Chi vi davamo fastidio? Ve lo diamo tutt’ ora? Perché è ab­bastanza chiaro che voi non siete i nostri padroni e che noi non siamo i vostri cani da guardia. Non un grazie, né dal sinda­co e né da nessun rappresen­tante della sua amministrazione, Forse troppo impe­gnati nelle passerelle in giro per il Gargano dietro al Presidente del Consiglio e il presidente della Regione? Sindaco, tu ci sei andato nelle nostre campagne? Nei nostri tratturi a vedere danni e renderti conto che anche a Vico c’è stata l’alluvione? Hai combattuto per anni contro Lello Sciscio, Vincenzo Mur­gola e Massimo Fiorentino ed ora invece li hai tutti attorno. Ipocrita e opportuni­sta". "E quando si parla di lavoro, vogliamo essere tutti uguali perché quando c’è da votare siamo tutti uguali e quando c’è da lavorare fate lavorare sempre gli stessi. Questa gente vuole lavorate anche se non è figlio, fratello, cugino, cognato e genero di nessuno. Sindaco, dimettiti e smettila con questa farsa e questa sceneggiata conti­nua". I ragazzi del Cerbero continueranno a manifesta­re, dormendo in tenda, fino a quando il sindaco non si di­metterà. E pare che dovran­no starei parecchio in quelle tende

G. F. CICCOMASCOLO
L’attacco