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Rodi/Petrosino. E la commedia continua ……

Riceviamo e pubblichiamo.

 

E la commedia, anzi la minuziosa, certosina costruzione della calunnia, continua a puntate e sembra aver trovato ultimamente una calda accoglienza in un sindaco, quello di Rodi, che preferisce “non commentare la questione” perché già costretto a continue delibere di pagamento, e in un altro sindaco, quello di Peschici, suo pari, che lamenta “onerosi esborsi dalla casse comunali pochi giorni prima del suo ritorno” per pagamenti alla ditta Andreani in forza di un contratto che, io penso, il soggetto dovrebbe ben conoscere sin dalle sue origini; basta chiedergli chi lo ha fatto e in che periodo.
Detto questo, in relazione alla campagna diffamatoria, sfacciatamente, proditoriamente ordita contro di me da più versanti, tengo a precisare che tra me e la società Andreani Tributi mai è esistito un rapporto di connubio e neppure di concubinato.
Per quarant’anni di carriera ho sempre vissuto del mio lavoro e ho sempre mangiato a casa mia; ma a questo punto devo ammettere di non aver bene fatto i conti con l’altra politica, quella con la “p” minuscola, che fa sentire con virulenza di mestiere tutta la sua volgarità quando vengono rimossi interessi consolidati fatti passare per interesse generale e che coinvolge tutto e tutti con la sua valanga di fango.
La Andreani Tributi presumo che abbia gestito nel tempo il suo profilo imprenditoriale secondo le regole della convenienza e del profitto, così come fa ogni impresa in una condizione di libero mercato concorrente; se poi si riflette sul fatto che nella mia vita lavorativa sono stato a servizio di diversi enti (Rodi, Peschici, Vieste, Vico del Gargano, Carpino, Cagnano, San Nicandro G.co, Ischitella, Carlantino, Casalnuovo Monterotaro, Isole Tremiti, Comunità Monti Dauni, Lesina, Apricena, Termoli, Santa Croce di Magliano, Rotello, Provincia di Foggia, Regione Molise) montare l’accusa letta sul quotidiano L’Attacco è solo un autentico inganno per tutti, una sorta di applicazione scaricata gratuitamente dall’iCloud del falso.
L’Amministrazione Potenza di Apricena, destinataria di altre passate tornate mediatiche dello stesso calibro, sarebbe rea secondo i suoi oppositori di avermi affidato un incarico illegittimo, alla pari dell’Amministrazione Sbrocca di Termoli, solo perché così va il pensiero dei rispettivi oppositori, Terlizzi e Di Brino.
Certo, aspettarsi che costoro, da oppositori della maggioranza, potessero nei rispettivi ruoli applaudire alla scelta compiuta secondo le regole del codice dei contratti pubblici, che non pone limiti o divieti di natura anagrafica negli affidamenti professionali, nessuno mai poteva sperarlo, ma attrezzare un percorso così infido e ricco di insinuanti accuse è solo frutto di immaginazione delirante e di biasimevole sfrontatezza.
Non mi sento offeso per l’epiteto riferito alla mia persona da un comiziante sulla piazza di Apricena, perché pensionato lo sono, rimbecillito forse no, me lo devono ancora dimostrare rispetto ai tanti che da non pensionati passano la propria giornata lavorativa solo in prospettiva del loro futuro pensionamento; provo, invece, tanta rabbia ed indignazione per l’affermazione attribuita dal giornalista al segretario del PD di Apricena, Lino Terlizzi, secondo la quale “ci sarebbe un giro di tangenti nel suo Municipio”.
È un’accusa grave che accomuna tutti i dipendenti  del Comune di Apricena, molti dei quali, a me consta, per davvero lottano quotidianamente per superare l’inefficienza del sistema.
È un pensiero vile che, ove dovesse essere riferito anche alla mia persona, denota come la politica, quando non ha argomenti validi, perde tempo a manifestare opinioni gratuitamente aggressive sempre nella direzione sbagliata; penso, infatti, che non sia corretto insinuare il dubbio, il sospetto quando non si hanno prove per reggere l’accusa; credo che sia proprio meschino tentare di affondare nel fango chi vive di lavoro con competenza ed onestà e viene retribuito per il servizio reso, senza compromissioni, senza collusioni, piaccia o non piaccia a chi sta dall’altra parte della barricata perché quello è il ruolo che gli è stato assegnato dal confronto elettorale perso.
Personalmente posso ben affermare di essere stato cooptato dopo il mio pensionamento da più di un’amministrazione comunale (San Vito Chietino, Peschici, Roseto Valfortore, Termoli, Apricena) ed è per me, questo, motivo di onore e di grande soddisfazione.
Sono sicuro che in tutti i casi (in alcuni, un gradito ritorno come a Peschici o a Termoli perché erano cambiati gli amministratori antagonisti) la chiamata ha avuto radici in valori professionali e principi morali solidi e diffusamente noti.
La scelta fatta, ovunque fatta, è normale che dovesse suscitare la levata di scudi degli oppositori (Di Brino o Terlizzi, poco conta il nome perché essi sono simili nel ruolo, anche se opposta è la loro estrazione politica), ma di qui a sostenere l’accusa infame rivoltami con sequenziali articoli di stampa molto ci corre; provo io stesso sdegno, vergogna per tutto quello che è stato scritto e detto, ma anche per quello che non è stato detto da colui che avrebbe voluto dire e che “pudicamente” (ipocritamente) non ha detto “preferendo non commentare” la questione o, come l’altro, che è sembrato cadere ingenuamente dalle nuvole fingendo di non conoscere ciò che lui stesso ha generato.
Concludo, precisando che Andreani Tributi, che non ha certo bisogno di me, non ha mai gestito il servizio tributi a Termoli; che io non ho mai prestato servizio a Campomarino; che gli affidamenti a Peschici, Mattinata e Lesina sono stati conferiti alla ditta Andreani in epoca lontana dalla mia presenza in quelle municipalità e che, infine, non è reato essere stato vice sindaco di Rodi in un periodo nel quale ho vissuto un esaltante momento di vita con l’Amministrazione D’Anelli, mettendo a servizio della mia città parte della mia esperienza lavorativa vissuta sempre altrove.
Sarebbe stato molto più leale e corretto approfondire la conoscenza dei fatti riferiti (e delle persone) piuttosto che esporli alla pubblica opinione in un forma così banale ed approssimativa da non poter passare affatto la notizia come credibile.
Quanto, infine, all’impossibilità di mettersi in contatto con me, tengo a ribadire che nessuno mai mi ha cercato pur avendo un telefono abbastanza “profanato”.
Resta assodato che cercherò di difendere la mia immagine in ogni dove e che devolverò a favore del servizio sociale del Comune di Apricena tutto quanto dovesse essermi risarcito a causa di questa assurda commedia a regia non occulta.

Donato Petrosino