Il bestiame assalito e sgozzato principalmente da cani randagi.
Preda di notte e soprattutto quando piove, mai vicino a strade e centri abitati, azzanna alla gola (zona retromandibolare) le sue vittime, che muoiono per collasso. Sono i segni distintivi di sua «maestà il lupo», croce e delizia di ogni territorio, specie se si tratta di atea parco. Protetto perché indice di salubrità della zona, ma incubo di pastori e allevatori per via dei danni che provoca al bestiame, il lupo è stato al centro di un convegno cui hanno partecipato i rappresentanti di 6 parchi nazionali (Gargano, Alta Murgia, Cilento Vallo di Diano e Alburni, Val d’Agri Lagonegrese, Pollino e Aspromonte), tutti afflitti dall’identico problema. Per questo hanno aderito al progetto «Convivere con il lupo, conoscere per preservare: la tutela del lupo nell’ Appennino meridionale» varato dal ministero dell’ambiente. Dopo Vallo della Lucania il confronto itinerante si è spostato sul Gargano. L’ente parco ha dato appuntamento alla sala riunioni del Villaggio forestale di Umbra. Qui esperti del settore si sono confrontati sul numero uno dei predatori del bosco. Vivisezionato, indagato e analizzato nei suoi continui spostamenti alla ricerca di cibo, il lupo sembrerebbe soffrire la mole imponente del cinghiale, a riprova sono state mostrate le immagini di alcune riprese notturne fatte in Toscana Che hanno ape punto ripreso l’incontro ravvicinato tra 4 lupi ed un cinghiale con quest’ultimo che ha avuto la meglio. Ma è sulla questione degli ibridi che si è accentrata l’attenzione maggiore del convegno. Perché strettamente collegata alla questione del risarcimento danni: se provocare il danno è il lupo, paga il parco. «E meno male che ci siamo noi ad aiutare gli allevatori colpiti» rimarca il presidente dell’area protetta Stefano Pecorella «grazie ad una convenzione stipulata con il servizio veterinari, all’allevatore paghiamo anche l’intervento di quest’ultimo, oltre al capo soppresso: ogni anno stanziamo 80mila euro». Se a provocare il danno è un cane (il più delle volte) a pagare il danno toccherebbe al Comune; il quale anticiperebbe la somma per conto della Regione. E’ dunque importante individuare l’autore dell’attacco, se cane o lupo . Per risolvere il «dilemma» il progetto ha infatti previsto proprio una indagine genetica per danni di predazione. Quanti lupi ci sono sul Gargano? L’ultimo monitoraggio parziale (causa fondi limitati) risale al 2013 ed riguardato solo 5 aree: recensiti tre branchi per un totale di 17 individui (come sono chiamati in gergo). Quest’anno il rnonitoraggio ancora in corso ha invece abbracciato un raggio più vasto e ampio (grazie all’aumento dei fondi a disposizione): si è passati da cinque a dieci. Qualificato il parterre dei relatori, composto oltre che dal presidente del parco Stefano Pecorella, dagli esperti Randi, Berzi e Mastrogiuseppe.
Francesco Trotta