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Crisi/ Numeri drammatici in Capitanata. Filca Cisl: Troppe chiacchiere e pochi fatti

Troppe vertenze aperte e centinaia di posti di lavoro in bilico in Capitanata. Anche il 2015 non inizia con i presupposti giusti. A lanciare l’allarme è il segretario generale della Filca Cisl Urbano Falcone che suona la carica e invita le istituzioni, da quelle nazionali a quelle locali, ad affrontare seriamente i problemi. Il settore più in crisi è quello dell’edilizia: nel 2008 in provincia di Foggia i lavoratori erano ben 12500, oggi meno di 7000, molti dei quali cassintegrati e in mobilità. Quello dell’edilizia è un comparto anticiclico che determina il fallimento di molte imprese dell’indotto. Secondo Urbano Falcone è importante che le banche ritornino a svolgere il proprio ruolo finanziando le imprese e concedendo i mutui a chi deve acquistare casa.

Alta capacità Foggia-Napoli: il cantiere sul tratto Cervaro-Bovino è fermo nonostante ci sono 60 milioni da spendere. 50 operai sono in cassa integrazione, altri 150 delle ditte sub appaltatrici sono stati licenziati.

Ferrovia Adriatica Termoli-Lesina: il cantiere per il raddoppio della linea è fermo. Anche in questo caso il Governo ha stanziato ben 106 milioni, ma al momento si va avanti solo con incontri  e parole.

Un altro cantiere fermo è quello degli Ospedali Riuniti di Foggia dove è previsto il completamento di alcuni lotti: 50 operai a casa.

Infine la lunga vertenza della Sangalli Vetro di Manfredonia che tiene in ansia altre 250 famiglie.

Se da un lato – aggiunge il segretario della Filca – apprezziamo l’impegno dei ministeri nella gestione delle singole vertenze, dall’altra è necessario che la politica tutta affronti  i veri nodi competitivi che sono all’origine delle più importanti crisi, dalle infrastrutture al costo dell’energia, dal credito alla certezza delle regole e dei tempi della giustizia. Senza contare che gli ammortizzatori sociali sono in scadenza per centinaia di lavoratori. Se non si definisce e si  attua in fretta una propria politica industriale la Capitanta affonda”.

Saverio Serlenga