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Il Lisa nel Piano nazionale aeroporti. Lo chiede la Regione, ma in ritardo

Ormai è una corsa contro il tempo: lo strumento è già stato licenziato dal ministro Lupi.

 

 L’aeroporto di Foggia non è affossato. Ma neppure si può dire che sia salvo. La commissione Trasporti delle Regioni (la riunione degli assessori competenti sulla materia) ha deciso di non votare il parere sul decreto del ministro Maurizio Lupi, il provvedimento che ridefinisce l’elenco degli aeroporti di valenza nazionale e che esclude Foggia dalla lista. La Puglia, su delega del governatore Nichi Vendola e d’intesa con l’assessore ai Trasporti Gianni Giannini, era rappresentata dal titolare del Bilancio Leonardo Di Gioia (a Roma anche per discutere degli effetti della legge di Stabilità). Ad opporsi al voto positivo sul parere è stato proprio Di Gioia e il collega emiliano-romagnolo, alle prese con un caso analogo che riguarda lo scalo di Forlì.
Puglia ed Emilia Romagna hanno chiesto approfondimenti sulla materia e hanno convinto i colleghi delle altre Regioni che non ci fossero le condizioni per votare il parere sul decreto del governo. In realtà, dal ministero, nei giorni scorsi, erano già arrivate valutazioni negative sulle ragioni offerte dai pugliesi e dagli emiliani per inserire anche Foggia e Forlì nell’elenco degli scali nazionali. «Tuttavia — dice Di Gioia — le Regioni nella riunione hanno riaffermato le ragioni da noi impugnate e hanno paventato perfino il voto contrario al provvedimento del governo».
La riunione è stata aggiornata a breve. È stata chiesto, spiega l’assessore pugliese al Bilancio, una nuova riunione. A provvedere alla convocazione sarà il presidente degli assessori ai Trasporti, il campano Sergio Vetrella. «Se lo scalo foggiano perdesse lo status di aeroporto nazionale — aggiunge Di Gioia — si produrrebbero effetti finanziari anche sui conti della Regione. Foggia diventerebbe regionale e la Regione dovrebbe provvedere a una serie di costi fin qui sostenuti dallo Stato». Un esempio è rappresentato dalla spesa per la retribuzione dei controllori di volo: passerebbe dallo Stato alla Regione. Non è, tuttavia, una questione puramente finanziaria quella che muove la Regione. Senza lo status di scalo nazionale, è facile intuire che Foggia vedrebbe sfumare definitivamente la possibilità di acquisire tratte di una certa valenza e dovrebbe limitarsi a voli di minore rilievo.