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Don Tonino Baldi: Vieste, ritorna ad essere perla!

Alcune riflessioni dopo il delitto Notarangelo.

 

 Senza nessun preavviso, se non solo cinque minuti prima, una troupe televisiva del tg di Telenorba mi ha raggiunto ieri in Parrocchia per una breve intervista su quanto è successo qui a Vieste poche ore dopo l’alba del 26 gennaio: l’assassinio di Angelo Notarangelo.
Le domande rivoltemi dal giornalista mi hanno dato ulteriore modo di riflettere su quanto sta accadendo in questi ultimi anni a Vieste e per cui più volte ho espresso il mio parere di disapprovazione.
Si parla di delitto eccellente. Io penso che nessun delitto debba mai essere definito eccellente. Il delitto, ogni delitto è sempre obbrobrioso, tremendo, cattivo, scandaloso, lontano dal progresso umano e civile. Figuriamoci poi quanto possa essere lontano dai pensieri di Dio e quindi dai pensieri di chi è battezzato e si professa cristiano! Dio è l’autore della vita. Solo Lui può donarcela. Solo Lui può riprenderla. Nessuno può essere arbitro della morte degli altri. Tutti possono e devono essere collaboratori perché la vita venga vissuta e curata nel migliore dei modi.
Per questo, quando ci si trova davanti ad una persona rimasta vittima di una violenza mortale, nessuno dovrà esprimere pensieri di gioia e di approvazione. Perché ogni morte violenta esprime solo debolezza e sofferenza.
Debolezza: perché chi uccide non ragiona né con il cuore né con il cervello ed è solo schiavo di un brutale istinto che non controlla né la ragione né i pensieri più sani.
Sofferenza: perché intorno a chi muore piangono i familiari, piangono gli amici più stretti, ma piange anche la città a cui viene tolta la serenità e in cui vengono seminate  paura e preoccupazione per ciò che è accaduto, per ciò che sarebbe potuto accadere, per ciò che potrebbe ancora accadere.
Vieste, la nostra città piange. Piange per le violenze subìte. Piange anche perché non ha saputo educare ai valori e le sono sfuggiti quei suoi figli che si sono perduti cadendo in situazioni di vita negative che seminano terrore, dolore, morte e nefandezze di ogni genere che non portano a nessun bene, neanche a quello personale.
Denaro facile e piaceri illeciti non sono solo frutto del tempo storico in cui viviamo ma anche espressione di una umanità che sta andando alla deriva perché ha perduto la bussola del cammino che porta alla gioia vera e duratura: l’onestà, il rispetto dell’altro, l’amore e l’accoglienza, il perdono…
E’ sicuramente facile parlare male di chi ha sbagliato o continua a sbagliare e ad augurargli ogni sorta di male.
E se invece ci avvicinassimo di più a chi sbaglia tentando un suo recupero? Così dice il Signore: “ Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello, se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano” (Vangelo secondo Matteo cap. 18).
Quante volte invece abbiamo girato la testa e fatto finta di non vedere, di non sentire, di non sapere?
Certo, c’è bisogno di leggi più ferree e di magistrati ed avvocati che facciano davvero il loro dovere sino in fondo per il bene della comunità. Ma se imparassimo tutti ad amare di più, a perdonare, a correggere e ad educare le nostre nuove generazioni, soprattutto con il buon esempio, ai valori che contano e che durano, forse qualcosa in più si potrebbe ottenere nel bene e la nostra amata Vieste tornerebbe ad essere la perla di un tempo. In fondo tutti lo desideriamo. Sì, perché nel cuore di ogni persona, anche la più cattiva, c’è sempre almeno un po’ di desiderio del bene.

Don Tonino Baldi