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Vieste/ Omicidio Notarangelo eseguito uno stub e rafforzati controlli e attività di vigilanza

Più reparti ed equipaggi di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza saranno impiegati sul Gargano, principalmente nella zona di Vieste. Un garganico di tutt’altra zona già sospettato in passato di omicidi fermato ma subito rilasciato.

 

 L’uccisione di Angelo Notarangelo, per gli inquirenti il boss dell’omonimo clan, ha suscitato più di una preoccupazione tra i vertici del Coordinamento Provinciale Interforze, che nel corso di una riunione svoltasi nei locali della Prefettura, dopo un’attenta analisi dell’omicidio – in relazione al quale sono in corso indagini volte ad individuarne la matrice – ed attesa la necessità di tenere, comunque alto il livello di attenzione sui possibili conseguenti riflessi sull’ordine pubblico, hanno predisposto il rafforzamento delle attività di vigilanza e controllo del territorio sul Gargano. Con particolare attenzione alla zona di Vieste, saranno impiegati equipaggi del reparto Prevenzione Crimine della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e i reparti dell’Antiterrorismo Pronto Impiego della Guardia di Finanza.
Sul fronte delle indagini: sono 8 i proiettili, degli oltre 20 che hanno raggiunto la vittima, recuperati dal medico legale che ha eseguito l’autopsia di Notarangelo. Nota­rangelo alla guida del suo Suv rientrava a Vieste dalla masseria dove accudiva cavalli quando un’auto l’ha affiancato coi killer che hanno fatto fuoco con due pistole calibro 40 e 9, un fucile e un mitra. Nell’autopsia all’obitorio degli ospedali Riuniti di Foggia recuperati tre proiettili di pistola alla testa, altrettanti sempre di pistola alle spalle, e 2 di mitra al fianco. I proiettili, come bossoli cartucce e ogive rinvenuti sul luogo dell’ag­guato saranno inviati al Ris per com­parazioni balistiche e verificare se quelle armi fossero già state usate per altri episodi criminali. Le indagini di Dda e carabinieri proseguono per capire il movente dell’ag­guato di Notarangelo, tornato libero il 31 luglio dopo 3 anni e 4 mesi tra carcere e domiciliari e una condanna in primo grado a 11 anni nel processo «Medioevo» per il racket della guardiania. Contrariamente a quanto si era appreso inizialmente, nelle ore immediatamente successive all’agguato i carabinieri hanno sottoposto all’esame stub alla ricerca di residui di polvere da sparo su vestiti e mani (esiti noti solo nei prossimi mesi) e rilasciato un garganico accusato in passato di omicidi e assolto; non è della zona di Vieste e centri vicini, ma di tutt’altra area del Gargano; non è noto su che basi gli investigatori abbiano deciso di eseguire l’esame stub sul garganico.