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LA VERITÀ TRIONFA DA SOLA, LA MENZOGNA HA ISOGNO DI COMPLICI

Riceviamo e pubblichiamo

 

 I superstiti della sbrindellata amministrazione del Comune di Rodi Garganico non ci stanno e decidono insieme di rendersi complici convinti delle menzogne del loro capo che lascia parlare sempre gli altri quando LUI non può. È il caso di dire, per stare alla similitudine usata, che è proprio vero che “se il gatto ed il topo trovano l’accordo, il droghiere è rovinato”.

I FATTI E GLI ATTI

RIVALUTAZIONE FONDIARIA TERRENI OLIVIERI
Deliberazione consiliaren.66 del 24.3.1988. Nasce il patto scellerato tra il parco giochi e la futura lottizzazione e tra i presenti LUI c’era, gli altri no.
Deliberazione consiliare n.69 del 14.11.1991. Dopo tre anni viene dato il via alla rivalutazione fondiaria dei terreni da lottizzare (da destinazione agricola a quella edificatoria). La delibera in questione è quella dell’adozione del PRG Dal Sasso; anche questa volta LUI c’era, ma c’era anche qualcun altro dalla parte opposta alla sua. Per capire come andavano certe cose in quel momento, con riserva di pubblicare per intero la deliberazione n.69/1991, mi permetto di isolare alcuni testuali passaggi nodali di un articolato intervento del Presidente del Consiglio comunale in carica oggi, allora solo consigliere di opposizione, che così diceva:
“ …. la cittadinanza deve essere correttamente informata …. sulla circostanza che l’incompatibilità consiste in questo caso in una ragione di interesse personale e diretto con le previsioni del P.R.G. proposte per l’adozione. Questo interesse per la verità è di tale consistenza secondo il deliberato della giunta comunale da aver costretto gli assessori ad una fuga strategica …. per non incorrere nel rigore del codice penale ….”;
ed ancora:“ .. i componenti di questa maggioranza …. hanno guidato la mano del progettista ed hanno ispirato quelle scelte ….”;
ed infine: “…. vibrante deve levarsi il tono di protesta per il metodo di scelta e per il tempo perduto nella camera oscura dell’alchimia politica senza alcun rispetto per le regole della democrazia diretta e della partecipazione dei cittadini”.
Parole di fuoco che non penso fossero dirette a Tino Petrosino (a jatt’ d’ mal pèns) e ai suoi amici di marciapiede, ma a chi quelle strategie le conduceva e a chi, per eredità ideologicamente condivisa, continua ancora a tesserle con disprezzo della verità storica.

QUESTIONE ESPROPRIO/LOTTIZZAZIONE OLIVIERI
Altra clamorosa bugia: “la giustizia amministrativa ha definitivamente ed inequivocabilmente sancito il diritto della Soc. Olivieri Costruzioni negato dalla passata amministrazione”.
Tutti devono sapere che il giudice amministrativo (basta leggere la sentenza) ha soltanto stabilito il diritto del proprietario ad essere risarcito del danno procuratogli dall’usurpazione del suo terreno con il parco giochi e, quindi, ha sancito l’obbligo del Comune di indennizzarlo, di restituirgli l’area o di completare l’esproprio; il resto è solo il risultato della mega mediazione, a perdere, del sindaco avallata dai suoi consiglieri.
Ma, forse, gli argomenti di difesa non bastano, non sono convincenti perché LUI si è reso conto che la transazione è troppo spinta a favore dell’interesse del privato; ed ecco che LUI ricorre alla più puerile delle illazioni, quella della vendetta personale per punire “chi aveva osato candidarsi contro di loro”, cioè, insieme LUI e contro di noi, in un passato di cui nessuno più ha memoria, se non la mente pervertita di LUI che ha partorito un giudizio così infame e delirante.
Ma non basta ancora; ed ecco il giro di telefonate ad alcuni amici per “zittire” il sottoscritto che aveva sollevato la questione; e anche qui si è sbagliato di grosso!

FUNZIONARIO COMUNALE REINTEGRATO
Sugli espropri non penso che i nuovi amministratori, compreso qualche tecnico zoppo, possano impartirmi lezioni sulla divisione dei ruoli, se è vero come è vero che con l’amministrazione d’Anelli, imperante la riforma Bassanini, con lo stesso vilipeso funzionario comunale, sotto la mia guida tecnica  (e da organo politico, in quel momento, avrei potuto anche fregarmene come gli altri) è stata completata la procedura espropriativa dei terreni del conservatorio, pratica mai curata dopo l’occupazione d’urgenza,  abbandonata per anni come lo scheletro di quell’edificio all’incuria amministrativa e al degrado fisico.
Un funzionario comunale, quello che ha risolto con me il problema, sì, è vero, reintegrato, recuperato funzionalmente nel suo ruolo, su conforme parere dello stesso Presidente del Tribunale di Lucera, e definitivamente restituito sia alla dignità del lavoro che alla serenità dei suoi familiari. Anche questo, apprendo ora, ha dato fastidio al bugiardo; io sempre lo rifarei per ricomporre assetti familiari distrutti, LUI invece, che li aveva sconvolti, dovrebbe vergognarsene!

PORTO TURISTICO
E qui l’amarezza, la disperazione, la rabbia rischierebbero di farmi precipitare nell’offesa personale. Un’opera che ci è stata invidiata da tutti, che è stata classificata sul nascere come migliore struttura mondiale diportistica, un’idea vincente calpestata brutalmente, offesa, avversata da un fanatismo barbaro, allucinante, che ne ha decretato la morte.
Non saremo noi, che abbiamo concorso alla nascita del porto dopo un secolo di speranze tradite, a dover dar conto del nostro operato, della forza delle nostre idee che si sono materializzate in qualcosa di irrepetibile, ma saranno i componenti di questa amministrazione a doversi pentire di un sentimento bieco, non più latente, di invidia e di una voglia maniacale di distruzione.
Certo, i meccanismi di certe pratiche amministrative non sono patrimonio di tutti, mi appartengono perché esse non si improvvisano, si studiano, costano molto in termini di dedizione, di sacrificio personale, di impegno, di aggiornamento professionale continuo, di serietà, di servizio, di pulizia morale; lascio volentieri agli altri (Arsenio, capisci a me!) il consumo di certe .. altre pratiche amministrative che portano dritto laddove non ho mai avuto la sfortuna di essere condotto!

INCARICHI ILLECITI
Mi si attribuisce da parte avversa di ricoprire, da pensionato, incarichi illeciti in più comuni. Bene, penso prima di tutto che chi mi accusa non abbia ben chiara la distinzione tra illiceità ed illegittimità; ma non è questa la sede per acculturarli.
Penso che sia anche chiara, adesso, la fonte della manipolazione giornalistica accanitasi contro di me nei giorni scorsi ad iniziativa di una testata incline al discredito e da me denunciata.
Applico al riguardo un giudizio non mio, ma di Maria Anna Madia, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, riportato nella circolare del 4 dicembre 2014, interpretativa dell’art.6 del D. L. 90/2014, secondo cui “tra gli incarichi vietati rientrano tutti gli incarichi dirigenziali, compresi quelli di cui all’articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001 e da disposizioni analoghe. Tra gli incarichi direttivi, tutti quelli che implicano la direzione di uffici e la gestione di risorse umane. Tutte le ipotesi di incarico o collaborazione non rientranti nelle categorie finora elencate sono da ritenersi sottratte ai divieti di cui alla disciplina in esame. Non è escluso, dunque, il ricorso a personale in quiescenza per incarichi che non comportino funzioni dirigenziali o direttive”.
Detto questo, non devo aggiungere altro, se non il fatto che sono compiaciuto della circostanza che in giro ci sia, sempre fuori di Rodi, qualcuno che voglia avvalersi del mio contributo, nonostante le secchiate di insulti che costoro, e qualche loro emulo o sparuto servitore, gratuitamente riversano sul mio conto.

PAPPALEPORE
Noto avvocato del foro barese, cui sono stati affidati incarichi per ben 63 giudizi (con un costo transatto di 500 mila euro), quasi tutti vinti con condanna alle spese della parte ricorrente, che il comune, convenuto in giudizio, deve ancora riscuotere; ricordo a chi è abituato a narrare, per convenienza, solo metà del proprio racconto, che per una sola causa, del tutto temeraria ed impropria, LUI ha chiuso una transazione con un solo legale a 210 mila euro, causa, peraltro, prossima alla decisione, probabilmente, in senso favorevole.

PARENTOPOLI
E qui il gioco si fa duro perché il tanto famigerato ragioniere comunale non è stato promosso da me; ma egli, in piena autonomia, da me lontano nel tempo e nello spazio, ha compiuto all’interno del comune un percorso professionale del tutto identico a qualsiasi altro dipendente apicale.
Gli impegni lavorativi di tutti gli altri miei parenti stretti (moglie, figli, sorelle) si sono svolti sempre lontani dal comune e da ogni possibile equivoca interferenza con la mia professione;  i miei figli non hanno mai usufruito di borse di studio, pur avendone titolo, finanziate dal comune; ma figlia non ha mai partecipato, in forma diretta o indiretta, a concorsi di progettazione banditi dal comune, percependo il relativo premio; insomma, tutti loro ne sono rimasti sempre fuori per non consentire all’imbecille di turno di aprire la bocca e di sporcare la mia e la loro reputazione. Ma, evidentemente, questo non è bastato; non avevo fatto i conti  con questi grandi idioti che attribuiscono agli altri loro ambiguità.
Da ultimo, posso anticipare che a breve il ragioniere sarà dimezzato nel ruolo, ma non per demerito suo, bensì perché la soluzione tecnica proposta per uscire dall’impantanamento sarà rigettata in quanto LUI, il capo, non può proprio ingoiare il rospo che tutti sono uguali di fronte alla legge del tributo; ne va del consenso e dell’affiliazione clientelare con la perdita di credibilità nei confronti di chi non ha mai pagato.
Per cui, restituita al mittente ogni buona pratica di uscita dalla crisi, dato fiato alle trombe per far pervenire in ragioneria pignoramenti e diffide di pagamento a breve scadenza, si profilano all’orizzonte, come nel caso dell’ufficio tecnico, il demansionamento del ragioniere “infedele” e l’intesa con personale esterno proveniente da un comune amico per meglio gestire la rincorsa al dissesto.
Repetita iuvant, sed stufant (latino maccheronico)

Tino Petrosino