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Puglia ok al Piano Paesistico adesso tocca ai Comuni

Un anno per adeguarsi, stop alle lottizzazioni non conformi.

 

 È un piano dinamico, che potrà essere adeguato (con un procedimento «soft») per ri­spondere meglio alle esigenze di tutela e valorizzazione del ter­ritorio. La giunta regionale ha approvato il nuovo piano pae­saggistico della Puglia, chiudendo un iter durato otto anni: tra qualche giorno, quando la de­libera verrà pubblicata sul bol­lettino ufficiale, il Pptr entrerà in vigore soppiantando il «vec­chio» Putt e tutti i suoi limiti.
il Pptr è la scommessa dell’ as­sessore regionale Angela Barba­nente, che a partire dalle mo­difiche alla legge 20/2001 (la leg­ge urbanistica voluta dal gover­natore Fitto) ha cominciato un percorso di modernizzazione de­gli strumenti di governo del ter­ritorio: a partire dal Drag, il «piano direttore», per arrivare appunto a un nuovo piano pae­saggistico adeguato al codice Ur­bani, il primo ad essere appro­vato in Italia. Il 14 gennaio, con la firma dell’intesa tra il governa­tore Nichi Vendola e il ministro Enrico Franceschini, la Regione, si era impegnata a concludere il procedimento entro 30 giorni: ora appunto, manca soltanto la pubblicazione ufficiale, ma già ieri la Barbanente ha incassato i complimenti della sua omologa Toscana, Anna Marson. " Con il Pptr non si dice soltanto dove è possibile costruire e dove no, ma si impostano anche le linee di sviluppo del territorio attraverso una serie di progetti pilota. La differenza con il Putt è sostanziale, perché il vecchio piano si fermava sul ciglio dei territori costruiti mentre il Pptr si occupa anche delle città per proteggerne i centri storici. Ri­spettò ai vincoli di tutela clas­sici, la Puglia ha sfruttato a fon­do le possibilità offerte dal co­dice Urbani per introdurre nuo­vi meccanismi di tutela: zone di rispetto (buffet) poste a protezione dei beni-paesaggistici. Una scelta «coraggiosa». che ha ov­viamente dei  riflessi sul territorio perché imporrà ai Comuni litimiti più stringenti. I Comuni del resto, sono chia­mati ad adeguare i propri piani regolatori entro un anno dal giorno della pubblicazione. È un termine teorico – non ci sono sanzioni – anche perché la gran parte dei piani comunali non so­no nemmeno adeguati al Putt. Ma con un piano regolatore adeguato al PPtr, i Comuni non avranno necessità di ottenere il parere paesaggistico sulle trasformazioni conformi: il che si­gnifica un enorme risparmio in termini di tempo. Nella delibera approvata sono ripresi proprio i contenuti dell’accordo firmato con il ministro Franceschìnì a proposito delle procedure di revisione del piano e degli interventi esone­rati dal parere paesaggistico. Le rettifiche a errori cartografici, così come le modifiche non so­stanziali ai tematismi, potranno essere effettuate è recepite con una semplice delibera di giunta. Il piano dovrà essere revisionato almeno una volta ogni cinque anni. Con la pubblicazione del Pptr decadranno anche le norme di salvaguardia entrate in vigore nell’estate del 2013. Allo stesso tempo, tutte le lottizzazioni non conformi al nuovo piano che non sono state approvate in tempo dovranno ripartire da zero.