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Foresta Umbra – Silenzio e colpevole ritardo per le aree protette

 

Il Gargano e il suo Parco Nazionale, la Foresta Umbra, la costa, il mare, la macchia mediterranea è un vero paradiso, un laboratorio della biodiversità che affascina studiosi e visitatori della natura. Rifugio ameno e tranquillo per coloro che fuggono dalle città per trascorrere le vacanze alla ricerca delle aree protette.

Non è una prerogativa del solo Gargano. Quello delle aree protette è diventato un consistente business che ha prodotto oltre 600 miliardi di dollari; ossigeno fresco e prezioso per l’economia dei Paesi in tutto il mondo. Il primato spetta al Nord America con circa 3 miliardi di visitatori all’anno, mentre in coda c’è l’Africa con circa 100 mila visitatori, nel mezzo naviga l’Europa.
Il cuore dell’area protetta del Parco Nazionale del Gargano è rappresentato dalla maestosa Foresta Umbra, un immenso polmone verde di 11.000 ettari, situato a Nord della Montagna del Sole, incastonata fra i comuni di Monte Sant’Angelo, Vieste, Peschici, Vico del Gargano, Carpino.
Nonostante rappresenti il fulcro portante del sistema parco, la Foresta Umbra è percepita oggi come un’isola nell’isola, con scarsi legami con i comuni d’intorno, priva com’è di ogni traccia di infrastrutture di base. Nessuna ospitalità; nessuna infrastruttura ricettiva; nessuna accoglienza, nessuna traccia di captatori e di vita propria, ad eccezione di un residuale, veloce e spontaneo passaggio di visitatori che non produce nulla, o quasi nulla. Oggi è solo una vecchia fotografia sbiadita di quella che è stata un tempo la Foresta come la ricordano i nostri padri, e noi più grandicelli: una laboriosa comunità di forestali e operai dediti alla lavorazione e all’essiccamento del legno di faggio, i maestosi tronchi trasportati da carrelli su di una originale ferrovia decauville, un vasto, prezioso vivaio per la selezione e cura di nuove pianticelle, un ufficio postale, un cinema, una chiesetta, la scuola, decine di famiglie, un alberghetto “ il rifugio Foresta Umbra “ dove si celebravano dei matrimoni, e poi una grande festa annuale, in settembre, la Sagra della Foresta che richiamava migliaia di famiglie dei dintorni, allietata da famosi nomi del cinema e della canzone.

Tutto finito nel dimenticatoio e nell’abbandono. Più che area protetta dovremmo chiamarla area disdetta. Le uniche tracce di vita sono rappresentate dal personale della riserva Forestale dello Stato, da quello demaniale della Regione Puglia e dagli ultimi militari del Distaccamento dell’Aeronautica Militare.
Nessuna politica, nessuna valorizzazione, nessun investimento, nessuna attenzione. Sotto una montagna di rovi e rami caduti, le spoglie di quello resta del rifugio Foresta Umbra, immobile dimenticato della Provincia di Foggia.  Scriveva il nostro Francesco Mastropaolo, corrispondente di diversi quotidiani e direttore del Gargano Nuovo: “ Definire vergognoso lo stato in cui versa l’albergo rifugio Foresta Umbra è riduttivo. L’ennesima testimonianza della distanza che separa istituzioni dai reali bisogno del territorio e della sua gente.” Una realtà isolata e dimenticata persino dai Piani Urbanistici, come quello di Vico del Gargano, al punto di richiamare l’attenzione dell’Ufficio Urbanistico della Regione Puglia:” i collegamenti con la Foresta Umbra “ non sono connessi nella parte in prossimità della costa con nessun altro asse di comunicazione, si ritiene opportuno mettere in relazione tali “ collegamenti “ con le infrastrutture viarie esistenti ( o di progetto ) al fine di rendere evidente la loro funzione di comunicazione.” Sbadataggine.
In questo quadro, e con una certa apprensione, accogliamo la notizia dell’Ente Parco Nazionale del Gargano sulla candidatura al campionato Mondiale di Corsa Orientamento 2019. Sarebbe il caso di far partecipare “ la politica “ a questo campionato, chissà, potremmo trovare l’orientamento giusto.
Michele Angelicchio