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Fisco/ ricorsi giù del 39% Garante: nessun ufficio rispetta termini rimborsi

Diminuiscono i contenziosi dei pugliesi dinanzi alle commissioni tributarie. In un anno si sono registrati 11.458 nuovi processi rispetto ai 18.777 del periodo precedente, con un calo del 38,98 per cento. La pendenza complessiva è passata dalle 46.674 cause del giugno 2013 alle 32.137 cause del giugno 2014, con un aumento del 13,79 per cento nella Commissione Tributaria Regionale e una diminuzione del 17,02 per cento in quelle provinciali. I dati sono stati forniti dal presidente della Commissione tributaria regionale, Ennio Attilio Sepe, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario. La cerimonia si è svolta, alla presenza di autorità e istituzioni locali, nel salone degli affreschi dell’Università di Bari.

Sepe ha sottolineato i "tempi più brevi della giustizia tributaria rispetto alle altre giustizie" (poco più di due anni in ognuno dei due gradi di giudizio), ma anche il "tema particolarmente dolente dei tempi di riscossione". "La crisi economica è tale – ha detto il presidente – che il debitore è in difficoltà".

A contribuire alla diminuzione dei contenziosi, tra l’altro, non è tanto il minor numero di litigi tra contribuenti e fisco, quanto le procedure extragiudiziali e il deterrente rappresentato dai costi della giustizia tributaria. I contenziosi più frequenti riguardano le attività commerciali e, in particolare, il reddito di impresa e l’evasione dell’Iva.

Il Garante del Contribuente della Puglia, Salvatore Paracampo, ha rilevato che "i contribuenti sono arrabbiati perchè nessun ufficio fiscale rispetta i termini normativi per il rimborso" facendo il paragone "con i termini perentori, fortemente sanzionati, utilizzati invece nella fase di riscossione delle imposte". Un danno per l’Erario costituisce poi, secondo Paracampo, "uno dei primati negativi dell’Italia, quello dei condoni fiscali e delle amnistie", oltre alle ultime modifiche legislative che abbassando le soglie di punibilità creano "una fascia notevole di evasione legalizzata" e che, in alcuni casi, "annullano, con un colpo di spugna, tutte le sentenze penali tributarie (anche quelle che riguardano politici eccellenti) già passate in giudicato. Alla faccia – conclude il Garante – dei contribuenti onesti".