Menu Chiudi

PD Peschici/ IL CALCIO A PESCHICI NON PUO’ E NON DEVE FINIRE

Avevamo parlato nello scorso numero di come la pallacanestro peschiciana sia ad oggi una realtà effettiva del nostro panorama sportivo.  Una piccola luce, una speranza che sta riempiendo un solco scavato da una stagione triste e vacante in alcuni dei suoi settori più rappresentativi, quelli dello sport di squadra. Questo perché, se da un lato i tiri a canestro fioccano e ci rendono fiduciosi per il futuro, dall’altro quelli a rete risultano al momento non pervenuti all’albo peschiciano. Diciamocelo francamente, Peschici è sempre stato un paese che ha vissuto per il pallone. Nei bar, al supermercato, nei luoghi di lavoro, il lunedì mattina è stata sempre una prassi discutere della partita della Domenica con colleghi, amici e conoscenti. Il nostro è un paese che nel gioco del calcio ha trovato motivo di orgoglio e di unione, sommati all’entusiasmo nel vedere i propri figli o nipoti (e non solo) sudare per quella maglia color granata. Abbiamo assaporato il gusto dolce della vittoria, e quello amaro della sconfitta. Siamo tutti stati testimoni di pagine lucenti, bellissime, dello sport principe della nostra comunità, macchiate anche da qualche momento buio, indelebile dalla mente, che però ci è servito per ripartire attraverso una serie di percorsi nuovi verso una rinnovata identità. Dal Settembre scorso tutto questo non c’è più. Nessun pallone ha mai più rotolato su quel prato verde, nessun atleta si è mai più emozionato dopo un gol ed è corso ad abbracciare i compagni di squadra, nessun tifoso ha mai più salito le scalinate che portano agli spalti per godersi lo spettacolo. Niente più indicazioni tattiche, niente avversari, niente triplice fischio, niente di niente. L’alluvione ha spazzato via (per il momento) le speranze di tanti giovani ragazzi, andando a danneggiare in maniera grave uno dei loro patrimoni più importanti, il campo sportivo, che al momento è assolutamente impraticabile. L’acqua, mista a fango e detriti, è penetrata all’interno della struttura, andando a danneggiare non solo spogliatoi ed attrezzature, ma anche (cosa ancora più grave) il costoso e bellissimo manto erboso in sintetico, infiltrandosi al di sotto dello stesso e rialzandolo di diversi centimetri. La cifra stimata per la ristrutturazione dovrebbe sforare di gran lunga i cinque zeri. L’impraticabilità del campo Michele Maggiano ha reso dunque impossibile qualsiasi tipo di attività, dall’allenamento alla partita, e la struttura vige ora in uno stato pietoso. L’ASD Atletico Peschici, creata nel lontano 2006 dal presidente Lino Marino e dai suoi soci, è stata l’ultima società dilettantistica non esclusivamente giovanile ad aver disputato incontri ufficiali al Maggiano, per poi chiudere a malincuore i battenti al termine della scorsa stagione dopo un bel percorso durato quasi 10 anni tra annate in 2^ e 3^ categoria, e vantando inoltre il non indifferente pregio di aver potuto disputare il campionato Juniores regionale nella stagione 2007/2008, diritto allora concessoci in via straordinaria dalla lega dopo un altro disastroso evento che mise in ginocchio la nostra comunità, quello dell’incendio del 24 Luglio 2007. Ad oggi l’unica società calcistica ancora esistente a Peschici è la Peschici Calcio, del presidente Pino Bonsanto, dedita esclusivamente al settore giovanile (dai “Piccoli Amici” ai “Giovanissimi”) che però, come si legge dal sito ufficiale, “ha cessato le proprie attività per la stagione corrente a causa degli eventi alluvionali del Settembre 2014, limitandosi con una buona dose di volontà a praticarle presso i campetti privati per le categorie Piccoli Amici e Pulcini". In sostanza, dunque, a Peschici stiamo vivendo un anno senza pallone, e questa situazione è davvero incresciosa e frustrante. Dall’alluvione ad oggi sono passati quasi 8 mesi e sarebbe bello per tutti noi poter tornare a riaccendere un barlume di speranza, poter tornare ad identificarsi in una maglia, in un simbolo sportivo, in dei colori. Sarebbe bello poter tornare a convincersi che il calcio a Peschici non sia morto. Per questo ci permettiamo di renderci portavoce, per quanto possibile, di tutti coloro i quali si sentono parte di quel prato verde e di quella sfera a scacchi. Chiediamo dunque agli enti competenti e alle amministrazioni: cosa si sta facendo per far si che ciò avvenga? Quanto ancora bisognerà aspettare? Quali sono gli interventi previsti a breve e lungo termine? Se ci saranno, da dove verranno ricavati i fondi necessari? Saprà chi di dovere rendersi artefice di una rinascita storica per il nostro paese? Ce lo auguriamo appassionatamente e sicuri che qualcosa si muoverà. E’ vero anche come la non proprio nutrita partecipazione alle attività sportive calcistiche da parte dei nostri giovani, in particolare nell’ultimo anno e mezzo precedente l’alluvione, abbia in parte contribuito a creare problemi alle varie società e quindi alla pratica di questo sport, soprattutto per quanto riguarda le categorie maggiori, ma anche per le giovanili (la squadra Allievi non è stata costituita l’ultimo anno per il non raggiungimento di un numero congruo di atleti). Questo è sicuramente dovuto allo sviluppo di interessi più disparati, da quelli per la tecnologia a quelli per altri sport, o forse anche alla mancanza di effettivo interesse al gioco del calcio e all’impegno e al rispetto per le regole che lo stare in gruppo comporta, ma a quest’ultima cosa non ci vogliamo credere. Sapranno dunque i nostri giovani rendersi partecipi di un nuovo progetto qualora in futuro si presentasse l’opportunità? Sapranno allenarsi e giocare nel rispetto dei compagni e dell’avversario sotterrando una volta per tutte una nomea non proprio florida che in passato ci ha mal qualificato? Sapranno impegnarsi e lottare per la maglia che portano? Siamo fiduciosi e sicuri che la risposta sarà "SI". Concludendo, sappiamo bene di essere nel bel mezzo di una crisi economica, ma non possiamo lasciare che essa si trasformi in una ben più complicata crisi sociale. Non si può permettere che si spezzi il filo conduttore che lega lo sport di squadra allo sviluppo civile di una comunità. Da noi “Sport” fa rima con “Calcio”, ed il calcio a Peschici non può e non deve finire.

PD Peschici