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JOBS ACT – “NASPI”, BEFFA PER GLI STAGIONALI DEL TURISMO – 1

 

Sono definitivamente operativi i primi due decreti attuativi del cosiddetto “Jobs Act”, su Contratto a tutele crescenti e NASpI. Il decreto penalizza in maniera drastica tutti i lavoratori stagionali del turismo.

Nel sistema turistico stagionale i lavoratori hanno dei contratti a termine che hanno una durata di due tipologie, inferiore ai sei mesi di durata, la maggioranza dei dipendenti con una durata media contrattuale di 3 o 4 mesi durante l’estate; pari o superiore ai sei mesi di durata.

Nel primo caso al termine della stagione estiva era possibile accedere all’indennità di disoccupazione a requisiti ridotti, nel secondo caso invece la possibilità di accesso alla disoccupazione ordinaria.

Con la nuova normativa si aboliscono MINIASpI e ASpI e dal 1° maggio 2015 esisterà un nuovo ammortizzatore sociale in sostituzione di entrambi e si chiamerà NASpI.

I destinatari della NASpI sono i lavoratori dipendenti con esclusione dei dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni e gli operai agricoli a tempo determinato o indeterminato.

Le novità più importanti riguardano i requisiti per accedere alla nuova prestazione. La NASpI è riconosciuta ai lavoratori che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione e presentano questi requisiti:

• si trovino in stato di disoccupazione
• abbiano almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti alla disoccupazione
• abbiano 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti l’inizio della disoccupazione.

Viene dunque ampliato il periodo: da due anni passa a quattro e le settimane di contribuzione utili sono soltanto 13.
L’indennità mensile NASpI è pari al 75% della retribuzione mensile media degli ultimi quattro anni utili fino a 1.195 euro, più il 25% della differenza tra tale importo e la retribuzione effettiva media, fino ad un importo mensile massimo spettante di 1.300 euro (nel 2015). L’importo mensile massimo cambia rispetto a quello previsto per l’indennità AspI, passando da 1.165,58 a 1.300 euro lordi.

I lavoratori stagionali del turismo che godevano dell’ASpI o della precedente disoccupazione ordinaria non avranno più completa copertura economica dei periodi non lavorati nell’anno. Un contratto stagionale di 6 mesi ogni anno permetteva il riconoscimento dell’ASpI che quindi copriva i successivi 6 mesi fino alla stagione estiva successiva.

Per i dipendenti stagionali che godevano dell’ASpI (che non trovino altri lavori durante il periodo invernale) per avere una copertura economica per tutto l’anno, sarebbe necessario avere un contratto a tempo determinato di 8 mesi per poi ottenere 4 mesi di NASpI. Sul Gargano, come in altre realtà similari, le possibilità di avere rapporti di lavoro stagionali di 8 mesi sono praticamente inesistenti.

Ovviamente si tratta di una platea di lavoratori “professionisti” del turismo estivo, per lo più con capacità importanti per le aziende e spesso strategiche per il buon andamento organizzativo e pratico. Persone che abitano sul posto e che non hanno alcuno sbocco lavorativo se non durante la stagione estiva. I più penalizzati sono i lavoratori stagionali del turismo che possono far valere oltre 6 mesi di contribuzione (quindi di lavoro) per ogni anno. L’abolizione dell’ASpI dal 1° maggio 2015 causerà una perdita pesante perché mancheranno 3 mesi di durata della indennità.

Appare davvero iniqua ed ingiusta questa norma, ampia dimostrazione di come la politica non tenga in considerazione il turismo come motore economico ed occupazionale.

(www.rassegna.it)