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Verso le regionali/ Pace fatta tra Fitto e Berlusconi, anzi no

Le elezioni regionali, ed in particolare quelle in Puglia, rischiano di diventare il prologo a quanto accadrà dentro Forza Italia all’indomani del voto.  Che il partito sia destinato a subire una mutazione è cosa nota, lo vuole Berlusconi ormai insofferente alle beghe interne che da mesi tengono banco dentro Fi, e ne sono consapevoli molti big del partito indisponibili ad essere messi in disparte dal cosiddetto cerchio magico. La situazione sembra irrecuperabile vedendo quello che sta avvenendo in Puglia dove la proposta avanzata da Luigi Vitali (su mandato del Cavaliere) di ricandidare tutti i consiglieri uscenti, con l’obiettivo di raggiungere una tregua con Raffaele Fitto, viene rispedita al mittente.

Gli uomini vicini all’eurodeputato azzurro bollano la mediazione proposta dal commissario Fi come "un trappola" affidando a Davide Bellomo, fedelissimo del candidato Francesco Schittulli e uomo delle trattative di queste settimane, il compito non solo di rifiutare seccamente la proposta ("non erano questi gli accordi raggiunti"), ma soprattutto di dichiarare che senza una retromarcia ufficiale "Forza Italia sarà fuori dalla coalizione di centrodestra". Nessun passo indietro dunque.

Anzi: domani è in programma la presentazione ufficiale della candidatura di Schittulli sostenuto da Fdi e Ncd: "Non ho ottenuto da parte della dirigenza nazionale di Fi la disponibilità a presentare una lista competitiva" a differenza di quanto proposto da Fitto.  Insomma, l’ipotesi che il partito possa dividersi in Puglia, con evidenti ripercussioni anche a livello parlamentare (Fitto può contare su una pattuglia di oltre trenta parlamentari) inizia a diventare sempre più concreta. Il capo frondista, oggi a Roma per incontrare i suoi uomini, si tiene lontano dai commenti ufficiali, ma negli incontri avuti nel corso del pomeriggio ha fatto capire di non essere disposto ad accettare compromessi: non sono io a voler rompere – è il ragionamento – ma non possiamo accettare prese in giro. Siamo al paradosso di dover fare una battaglia per chi ha consenso e potrebbe contribuire al buon risultato del partito.

Nonostante le trattative non siano chiuse, i tempi sono stretti anche perchè, è il timore dei fittiani, non definendo una dead line a stretto giro si potrebbe prestare il fianco a chi vorrebbe epurare all’ultimo minuto le persone dalle liste.

La presa di posizione di Fitto non stupisce più il Cavaliere anche se, a sentire i suoi consiglieri, Berlusconi sarebbe sempre più insofferente alle liti all’interno del suo partito: sono veramente stufo di questi atteggiamenti – è in sintesi il suo pensiero – queste persone non capiscono che le polemiche ottengono solo un risultato: allontanare ancora di più i nostri elettori. Ecco perchè la convinzione dell’ex premier è che un attimo dopo le elezioni si debba voltare pagina. Che ormai il partito così com’è sia in fase di dismissione è la sensazione che hanno tutti, ecco perchè nessuno vuole trovarsi impreparato. I fittani in primis ("se anche facciamo finta di stare insieme alle regionali dopo cambia tutto", ripetevano oggi alla Camera), ma a muoversi potrebbero essere anche gli uomini vicini a Denis Verdini.

L’uomo macchina di Fi da sempre impegnato nelle trattative per la composizione delle liste elettorali questa volta se ne tiene alla larga. La sensazione però è che il senatore azzurro resti semplicemente alla finestra in attesa di capire le intenzioni del Cavaliere su chi debba continuare a gestire il partito.