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Vico/ Borghi più belli d’Italia. Allegriaaaaaa, non siamo stati cacciati!

Riceviamo e pubblichiamo   

 

 Con una sconfinata gioia, che trasuda dai pori della pelle, apprendiamo che il comune di Vico del Gargano non è stato cacciato dall’elastico club dei Borghi più Belli d’Italia, nella XV° Assemblea Nazionale; chapeau!
Di miracoli, in politica e parapolitica, se ne fanno da sempre e si moltiplicano in prossimità di elezioni. Miracoli che meno si spiegano e più producono effetti stupefacenti. Noi, pazientemente, accettiamo tutto e di tutto, persino l’ultimo compiuto dal Presidente Fiorello Primi e dal Direttivo del club, che dopo essersi battuto il petto tre volte: mea culpa; mea culpa; mea maxima culpa, e girato lo sguardo da altra parte, ha deciso di non cacciarci con infamia pur non avendo rispettato nessuno ( dico nessuno ) dei punti del protocollo previsto dallo Statuto e dai sei articoli della Carta di Qualità su cui si fonda la permanenza o meno nel club.
Un comune che ha strade gruviera come percorsi di guerra, totalmente impraticabili durante le piogge per pozzanghere e schizzi da passaggi d’auto; invivibile traffico urbano con elevato inquinamento acustico e da scarico; arenili trasformati in discariche occulte; un centro urbano e periferia da pattumiera a cielo aperto; cacche di cani spalmati in tutte le vie, irrisori risultati da raccolta differenziata; un corso d’acqua permanente: l’Asciatizzo, ridotto a maleodorante scarico a mare, nessuna politica culturale ad eccezione di una pletora di processioni; nessuna politica dell’accoglienza turistica. Questo è il quadro davanti all’Assemblea del club che, per non averci messo alla porta ha dovuto reinterpretare, miracolosamente, il protocollo dei borghi.
Con un  minimo di decenza, e meno miracoli,  la presidenza, il direttivo e la XV° assemblea, avrebbero  dovuto guardare, e stabilire come termine di paragone, almeno una piccola parte degli irrinunciabili doveri di associati al club. Fermo restando la pulizia e il decoro dei luoghi, basta soffermarsi sul capitolo dedicato al cammino dei comuni facente parte dei Borghi più Belli d’Italia, ovvero: conoscenza dei flussi turistici e loro incremento; presenza di un’offerta di alloggio, ristorazione e attività ludiche, sportive o culturali; esistenza di artigiani d’arte o di servizi; esistenza di attività commerciali; partecipazione a strutture e iniziative intercomunali; chiusura permanente o temporanea del borgo alla circolazione automobilistica; organizzazione di parcheggi esterni; trattamento estetico ovvero mimetizzazione delle linee aeree elettriche e telefoniche; rinnovamento e abbellimento delle facciate; trattamento e studio particolare dell’illuminazione pubblica; trattamento delle insegne pubblicitarie; trattamento degli spazi pubblici; cura del verde pubblico e installazione di fioriere; partecipazione a strutture e iniziative intercomunali; esistenza di un punto di informazione o accoglienza; organizzazione di visite guidate; esistenza di una segnaletica direzionale e informativa; organizzazione di eventi originali e di qualità; organizzazione di manifestazioni permanenti o temporanee.
Nulla di questo protocollo è stato rispettato, forse, solo la quota d’iscrizione è stata pagata, esattamente come le bustine di sale, miracoloso, che vendeva Vanna Marchi, la figlia Stefania e il compare Mario Pacheco Do Nascimento. Allegriaaaaaaaaaaaaa!

Michele Angelicchio