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Spesa fuori controllo per i farmaci in Puglia

L’unica salvezza è il ricorso sempre più marcato ai generici, perché altrimenti la situazione sarebbe ancora più pesante. In Puglia la spesa farmaceutica territoriale resta fuori controllo, 119 milioni oltre il tetto percentuale fissato dallo Stato, e torna a crescere, anche se il vero salasso è a carico dei cittadini: per i farmaci di fascia A, quelli rimborsati dal sistema pubblico, nel 2014 i pugliesi hanno speso 51 milioni di ticket e altri 77 come quota-prezzo a proprio carico. A dirlo è l’incrocio tra i dati Aifa e Federfarma relativi al 2014: il sistema sanitario regionale ha pagato 668,2 milioni di euro di rimborsi alle farmacie, ben lontani dagli 890 milioni del 2010 ma comunque in crescita rispetto ai 667,3 dello scorso anno. Il dato più preoccupante, però, sono i 46,7 milioni di ricette, 1,4 milioni in più rispetto allo scorso anno, l’incremento più alto (secondo Aifa) tra tutte le Regioni d’Italia. Praticamente la Puglia è tornata allo stesso livello del 2010, ma con una differenza sostanziale rispetto a 4 anni fa: la spesa media lorda per ricetta, pur leggermente più alta del dato medio nazionale, è pari a 18,24 euro, in calo del 2% rispetto al 2013. La spesa media netta per ricetta, pari a 14,29 euro per cittadino, è calata invece del 2,9% rispetto all’anno precedente: significa che il sistema sanitario eroga farmaci di costo sempre più basso, ed è un indubbio segnale di crisi.

Dal punto di vista delle politiche sanitarie, questi dati segnalano il fallimento di tutte le politiche di contenimento. La quasi totalità delle Regioni del Centro-Nord, infatti, hanno fatto registrare un taglio sensibile sia del numero di prescrizioni, sia della spesa rimborsata dal sistema e di quella a carico del cittadino. In Puglia, invece, le misure strutturali non sembrano aver portato benefici sul fronte del contenimento della spesa. Non solo di quella rimborsata. Un esempio? Gli inibitori di pompa protonica, che sono il farmaco più prescritto d’Italia (anche per via della crescita dell’età media della popolazione) e sono quasi sempre su ricetta bianca, in Puglia crescono a un ritmo impressionante: nel 2014 sono state dispensate quasi il 15% di confezioni in più rispetto al 2013.

Per quanto riguarda i ticket, bisogna poi considerare una particolarità comune a quasi tutte le Regioni del Mezzogiorno: in Puglia, quasi l’80% dei cittadini gode di qualche forma di esenzione. Il numero delle esenzioni, su cui le Asl effettuano controlli a macchia di leopardo, continua ad aumentare: ne consegue che il ticket medio per cittadino, pari a 31,62 euro l’anno, è sceso dello 0,8%.

Lo stesso trend si può osservare anche attraverso i dati di spesa Aifa, seppur con cifre assolute leggermente diverse (il dato netto è infatti depurato anche dalla quota di payback). La Regione, secondo l’Agenzia del famaco, lo scorso anno ha dunque speso 654,3 milioni per la farmaceutica territoriale, 850mila euro in più rispetto al 2013: in valore assoluto è l’incremento più alto registrato a livello nazionale, se si considera che quasi tutte le altre Regioni (con l’esclusione di Abruzzo e Marche) hanno fatto registrare risparmi. A questo va aggiunto che i 119 milioni di scostamento assoluto dal tetto di spesa farmaceutica territoriale (l’11,35% del fondo sanitario nazionale) fanno della Puglia, ancora una volta, la peggiore in Italia. E non va meglio sul fronte dell’ospedaliera, con 136 milioni spesi oltre il tetto del 3,5%: ma in questo caso la Puglia è in buona compagnia, perché nessuna Regione ha mai rispettato il limite. Tuttavia lo sfondamento complessivo del tetto farmaceutico (territoriale più ospedaliera) in Puglia è di 255 milioni, ed è anche in questo caso il peggiore d’Italia.