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Regionali/ L’Antimafia boccia gli impresentabili: sei su 13 sono candidati in Puglia

La presidente Rosy Bindi renderà noti i nomi a una settimana dal voto. Quattro sono nelle file del centrosinistra, due con Schittulli. Ma non saranno espulsi dalle liste elettorali.

 

 Sei dei 13 ‘impresentabili’ che figurano nelle liste per le elezioni regionali sono pugliesi. Nomi e cognomi li mettono in fila, uno dietro l’altro, i parlamentari della commissione nazionale Antimafia. Toccherà alla presidente Rosy Bindi, martedì della prossima settimana, esporre al pubblico ludibrio gente che comunque non può più essere espulsa dalle squadre elettorali.

Nel migliore dei casi, non dovrebbe essere votata. Anche se il codice di autoregolamentazione approvato proprio dall’Antimafia rivolge un invito a "partiti e movimenti" perché si impegnino "a non presentare e nemmeno a sostenere" tutti i competitori che hanno grattacapi con la giustizia, a cominciare da quello chiamato rinvio a giudizio. Non vanno così le cose, visto che mancano solo otto giorni all’apertura delle urne.

Sì, insomma, comunque la pensiate, la gara pure per i giocatori al di sotto di ogni sospetto va avanti. Peraltro bisognerà aspettare ancora tre giorni prima che l’elenco degli "indesiderabili" sia reso noto. "Martedì, appunto, decideremo il da farsi" si limita a dire il senatore Gino Perrone, che all’interno della commissione bicamerale rappresenta i frondisti di Raffaele Fitto.

Appare poco rassicurato dalla possibile "esternazione" della Bindi il deputato di Centro democratico Gaetano Piepoli, che fa parte della stessa commissione bicamerale: "Sarà prodotta una spinta al non voto. Ma di questo non si preoccupa nessuno. Siamo come ipnotizzati da questo genere di fenomeni, ma poi non siamo in grado di fare più nulla".

Secondo indiscrezioni, quattro dei sei identikit del Tacco finiti nell’occhio del ciclone si materializzano nelle file degli "emiliani", due in quelle dell’oncologo Francesco Schittulli. Tra i progressisti, ci sono Paolo Pellegrino (corruzione, turbativa d’asta

e falso), salvato dalla prescrizione; Michele Mazzarano, sotto processo per finanziamento illecito; Fabiano Amati, condannato in appello per tentato abuso d’ufficio; Ernesto Abaterusso, alla sbarra per truffa aggravata ai danni dello Stato. Tra gli schittulliani, erano saltati fuori i ritratti di Antonio Buccarello, sindaco di Gagliano del Capo (deturparmento delle bellezze naturali) e di Silvano Macculi, ex assessore provinciale al Bilancio in quel di Lecce (abuso d’ufficio).