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Puglia/ Il pasticciaccio delle regionali: la legge è sbagliata, la prefettura congela gli eletti

"Non possiamo proclamare i vincitori": sarebbe stato trascritto male un emendamento della legge elettorale. Riunione urgente in Regione. E adesso gli esclusi eccellenti sperano.

 

 Un grosso pasticcio. Anzi, due. Le ultime elezioni regionali possono passare come le più errate della storia della Regione Puglia. Talmente tanto sbagliate che, a oggi, la prefettura non può proclamare gli eletti. Due i problemi: la legge elettorale con cui 4 milioni di elettori sono andati a votare domenica 31 maggio sarebbe – a detta dei firmatari – piena di “errori materiali”: se fossero confermati, farebbero saltare in aria tutti i giochi di distribuzione delle poltrone in consiglio regionale in atto dal 31 maggio scorso.

Il primo caso è stato sollevato da prefettura di Bari, Regione Puglia e Innovapuglia (la società partecipata che si è occupata di gestire il conteggio dei voti alla chiusura delle urne) inviata ai presidenti del consiglio e della giunta regionale, oltre che all’ufficio centrale della Corte d’appello. Il secondo caso è stato sollevato dal consigliere regionale uscente Davide Bellomo. Entrambe le segnalazioni hanno spinto il presidente del consiglio, Onofrio Introna, a convocare con urgenza per lunedì mattina l’ufficio di presidenza. In molti si chiedevano perchè non fossero stati ancora proclamati gli eletti. La risposta l’ha data la lettera firmata dal viceprefetto, dalla direttrice d’area Domenica Gattulli e da vari funzionari. Lettera con la quale si fa notare che il testo della legge sul Bollettino ufficiale non corrisponde a quanto riportato nel resoconto stenografico.

«In particolare – è scritto nella nota della prefettura – dalla lettura del resoconto stenografico della seduta “numero 123 del 26 febbraio 2015 a pagina 23 si è rilevato che l’assemblea ha approvato l’emendamento numero 31” e segue lunga trafila di articoli e commi sostitutivi di altre norme precedenti. Quell’emendamento sostituisce le parole “delle cifre elettorali di lista espresse in percentuale del relativo quoziente circoscrizionale. A tale scopo moltiplica per cento la cifra elettorale di ciascuna lista e divide il prodotto per il quoziente circoscrizionale di cui al precedente comma 5, lettera a), n.1)” con le parole “dei voti residuati espressi in percentuale del relativo quoziente elettorale circoscrizionale di cui al comma 6, iniziando dalla prima circoscrizione alla quale non è stato ancora attribuito il seggio”. Succede però che nella stesura della legge del 13 marzo scorso «il disposto del menzionato comma 6 corrisponde a quello di cui al comma 5, lettera e) e non a quello di cui al 5 comma, lettera a), numero 1, come erroneamente dichiarato nel comma 6, lettera a), numero 5) del testo normativo pubblicato».

Tradotto, un grande pasticcio che fa saltare i giochi per l’assegnazione delle poltrone. Per questo i tecnici hanno chiesto al presidente uscente Introna di sanare l’errore in maniera “tempestiva, per non pregiudicare i lavori che si accinge a compiere l’Ufficio centrale regionale”. L’altra segnalazione che può far saltare i giochi già fatti dell’assegnazione dei seggi nel nuovo consiglio è stata presentata alla presidenza del consiglio dal consigliere uscente Davide Bellomo e fa riferimento alla pagina 34 della maledetta legge elettorale e riguarda un emendamento dell’articolo 8, noto come “riallinea-seggi”.

In quell’emendamento era previsto che, qualora dalle elezioni fossero emerse disparità nell’assegnazione dei seggi tra le varie circoscrizioni, sarebbe intervenuta la legge “riallineando la distribuzione dei seggi” attraverso la divisione per 50 del numero degli abitanti pugliesi per assegnarli in proporzione alla popolazione di ciascuna delle sei circoscrizioni. In pratica togliendoli a chi ne aveva avuti di più e cedendoli a chi si fosse trovato penalizzato dalle elezioni. Secondo lo schema della divisione per 50 alla circoscrizione di Bari spettavano 15 seggi, a Lecce ne spettavano dieci, a Foggia otto, a Taranto sette e nella Bat e a Brindisi cinque. In realtà, le elezioni hanno assegnato 12 seggi a Bari, dieci a Lecce, nove a Taranto, sette a Foggia e alla Bat e quattro a Brindisi. Si deduce quindi che Bari, Foggia e Brindisi siano deficitarie (Bari avrebbe perso 3 seggi e Brindisi e Foggia uno a testa), mentre Taranto e la Bat risultano avvantaggiate con due seggi in più a testa.

L’emendamento è stato approvato con il voto favorevole della maggioranza e in un momento successivo della discussione, a fronte di una “atipica ed inconsueta” presentazione di subemendamento soppressivo, l’aula si è opposta in senso sfavorevole al subemendamento, confermando così di approvare l’emendamento “riallinea-seggi”. Peccato che “tale disposizione risulta ingiustificatamente omessa nel testo della legge regionale pubblicato sul

Bollettino Ufficiale”. Una anomalia procedurale che ha condizionato l’esito della consultazione elettorale al momento dell’assegnazione dei seggi. Gli stravolgimenti politici che potrebbero emergere dalla riunione dell’ufficio di presidenza di lunedì mattina potrebbero essere importanti. Salterebbero eletti nelle circoscrizioni della Bat e di Taranto a favore brindisini e foggiani. Ma è possibile anche una ridistribuzione dei seggi all’interno del Pd.

ANTONELLO CASSANO e GIULIANO FOSCHINI
Repubblica – Bari

 

 

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