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Scuola/ In Puglia 6.235 nuove nomine

Sblocco delle assunzioni dopo la riforma del governo. Entro luglio in ruolo 2.000 docenti.

 

 Entro luglio le nomine della Buona Scuola. 2041 docenti delle graduatorie a esaurimento e dei concorsi 1990,1999 e 2012 della Pu­glia riceveranno, tra l’ultima settimana di luglio e la prima di agosto la nomina in ruolo. La fase O che riguarda l’organico di diritto e rispetta il turn over è già partita. La direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Anna Cam­malleri, che conta anche di espletare la fase A su base regionale fino alla concorrenza dei posti vacanti e disponibili, prevede altre 157 assunzioni entro il 16 agosto. Il numero è esiguo perchè ci sono anche 463 docenti che han­no, perso il posto e che devono essere ricollocati e un taglio di 486 nell’organico di fatto. Successivamente, in Puglia, partirà il piano straordinario che prevede 4027 ulteriori posti che saranno attivati a settembre. Come? Aumentando dell’8%  l’or­ganico di diritto dei 679 istituti scolastici. A decidere le materie, il fabbisogno e le classi di con­corso sarà il collegio dei docenti di ogni scuola seguendo le in­dicazioni del potenziamento delle aree interessate alla «Buona Scuola». Totale 6235 nomine. Ri­marranno fuori altri 5000 precari che necessariamente dovranno aspettare tempi migliori o tra­sferirsi al Nord in una provincia assunti sul 50% dei contingenti provinciali. Dei 2041 posti, di Cui 729 di sostegno, dell’organico di diritto la parte del leone la fa la pro­vincia di Bari con 835 cattedre, seguita da Foggia con 418. Le maggiori disponibilità di catte­dre si registrano nelle scuole su­periori. Gli insegnanti di Italiano e Storia e quelli di Matematica sono i più favoriti. In provincia di Bari per esempio saranno circa 200 a raggiungere l’agognata cat­tedra. Tanti altri, vedi gli Insegnanti di Latino e Greco, di Geografia, non troveranno in Pu­glia alcuna possibilità di salire in cattedra. Il ruolo in almeno la metà delle classi di concorso delle graduatorie ad esaurimento non ha disponibilità di cattedre. La denuncia sindacale ha co­munque riaperto la partita sui 86 tagli dell’organico di fatto in Puglia. Al Miur verrà ridiscusso l’organico nei prossimi giorni. Saranno ripristinate le convo­cazioni è abbandonate le nomine a freddo. La direttrice regionale e i suoi 280 collaboratori nelle va­rie sedi provinciali sanno che la Buona scuola sarà tutta in salita, ma non si scoraggiano. Il lavoro sarà durissimo e le operazioni tantissime proprio nel periodo peggiore dell’anno. La Cammal­leri sa che a lei tocca il piano di miglioramento, ovvero la scelta strategica e gli indirizzi della scuola pugliese con particolare riferimento alla lotta alla disper­sione scolastica, alla valutazione dei dirigenti. Toccherà ai presidi redigere il piano formativo il pia­no di offerta formativo. «Stiamo aspettando ulteriori dotazioni organiche per eliminare le classi pollaio – sostiene – anche se la media di alunni per classe in Pu­glia è di 22». Più complicato il discorso dell’alternanza scuola lavoro. In Puglia il 90% delle imprese ha meno di 15 dipendenti e le problematiche sono nel reperimento dei Tutors. «Si sta pensando – so­stiene Cammalleri – a coinvolge­re anche le realtà artigianali». Sull’apertura pomeridiana delle scuole pesa la forte riduzione del personale Ata (segretari e bidel­li) decisa dal ministero. Sul fron­te finanziamenti è sempre la Re­gione Puglia e fare la parte del leone con il Por che viene in­contro alle necessità dei docenti e degli alunni. La «supplentite», malgrado la Buona Scuola continuerà, La dott.ssa Cammalleri prevede che le supplenze, fino a dicembre, continueranno a esserci. Lo scor­so anno sono state oltre 6000 in
Puglia. L’anno decisivo sarà co­munque il 2016\2017, quando con gli ambiti territoriali, la mobi­lità, il concorso per 60mila nuovi posti e la sistemazione di tutti i precari e dei vincitori di concor­so ci diranno se la Buona Scuola avrà successo. La collaborazione tra Uffici Scolastici Regionali e sindacati è piena. La solidarietà per chi deve ri­nunciare alle ferie non manca. Chi rimane sotto attacco è il go­verno che ha utilizzato l’immis­sione in ruolo dei precari per ave­re in cambio mano libera sulla eliminazione della titolarità di sede e sull’istituzione della chia­mata diretta attraverso gli am­biti territoriali, oltre che su altre questioni delicate e decisive a co­minciare dal pericolo di limitazione alla libertà d’insegnamen­to. Nel frattempo, aspettando i 24 decreti attuativi e le 9 deleghe che il governo si è riservato, non re­sta che sperare che il rischio caos dopo l’inizio del prossimo anno scolastico non metta a repenta­glio le assunzioni e quello che di buono c’è nella buona scuola.

 

 

 

 

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