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Una causa del 1613 a Ischitella per danni provocati da vacche su seminativi coltivati a fave

Il giorno 8/2/1613 perveniva alla regia dogana un memoriale in cui Gio Francesco Forasterio della terra d’Ischitella ,fidato della regia dogana si dichiara indebitamente molestato da Vincenzo Pasquarello ed altri di detta terra che lo accusavano che i suoi buoi avessero fatto danno nei loro beni,il che era una falsità perché non esisteva né pegno, né testimoni che potessero dichiarare tale danno.

Pertanto chiedeva che né il capitano della terra d’ischitella né altri si dovessero intromettere nella suddetta questione che era tutta competenza della dogana.
Intanto il 12/5/1612 era apparso Ferrante Cominale scrivano straordinario della regia dogana che asseriva che si era presentato Don Carlo Antonio Sarro  d’Ischitella che denunciava che le vacche di Gio Francesco Forasterio avevano danneggiato le sue fave che erano seminate intorno a San Pietro per cui non poteva raccoglierle  e rinunciava alla raccolta procedendo alla stima del danno ricevuto. Testimoni del danno sottoscrissero: Francesco de Angelilllo di Viesti e Tullio Montanaro.
Al margine era allegata la testimonianza di Francesco de Angelillo di Viesti di anni 60  che confermava il danno fatto da quattro buoi di Francesco Forasterio.
Martio de Palis e Antonio apprezza tori della terra d’Ischitella vennero chiamati a quantificare il danno fatto.
Gio Francesco Foresterio in sua difesa asseriva che nella zona non avevano pascolato solo le sue vacche,ma anche quelle di Francesco Antono Molvaccio.
Ad aggravare la situazione si aggiunsero anche le denunce di Gio de nisi,Leonardo Volpe e Vincenzo Pasquarello che asserivano di aver subito anche loro danni al grano seminato nei loro terreni dalle vacche di Forasterio.
Al processo venne a deporre anche Cesare Panella di anni 70 che confermò la consuetudine della terra d’ischitella che vedeva costretto  chi provocasse danni a pagare il danno arrecato e stimato.
Dello stesso avviso fu anche Antonio Comparello di anni 80 chiamato a testimoniare.
Solo un tale Bartolomeo Padula di anni 25 testimoniò in favore del Forasterio asserendo di aver visto nei pressi della” Difesa della Fontana”pascolare le vacche di Antonio Molvaccio.
Questa sola testimonianza a favore del Forasterio non servì ad escludere la sua colpevolezza e circa due anni dopo l’inizio del processo il 18/3/1614  fu costretto a pagare i danni arrecati.
Dal contesto del processo apprendiamo un’altra importante notizia.
La difesa della Fontana esisteva  già allora e ciò presuppone non solo l’esistenza della sorgente,ma essendoci presente il toponimo anche la Fontana stessa,come esiste tuttora,  che allora consentiva agli animali e alle persone di abbeverarsi.

Giuseppe Laganella