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Vieste/ Arrestato Marco Raduano

Nei giorni scorsi, a conclusione di una brillantissima attività investigativa  condotta dagli agenti del Commissariato di Manfredonia e della Squadra Mobile della Questura di Foggia è stato tratto in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Foggia,

Dr. Armando DELLO IACOVO, su richiesta del P.M. della Procura di Foggia, Dr. Antonio LARONGA, il sorvegliato speciale della P.S. RADUANO Marco detto “Marco pallone”, viestano di anni 32, esponente di spicco della criminalità viestana, già luogotenente del boss Angelo Notarangelo, morto ammazzato lo scorso Gennaio sulla strada provinciale che collega Vieste con Mattinata, ritenuto con lui a capo di un’associazione criminale dedita ad una fiorente attività estorsiva ed alla perpetrazione di reati in genere, recentemente colpita con l’operazione denominata “Medioevo”, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.
RADUANO Marco, a dispetto della giovane età, annovera un impressionante curriculum delinquenziale, spaziante da reati contro il patrimonio, quali furto, ricettazione e riciclaggio  a più importanti reati contro la persona, quali rapina e tentato omicidio; non mancano neppure numerosi pregiudizi di Polizia e condanne in materia di stupefacenti.
Vieste, il più importante centro turistico del Gargano, recentemente è balzato all’attenzione della cronaca nera nazionale e locale per il verificarsi di gravissimi fatti di sangue sintomatici di uno scontro al vertice delle organizzazioni criminali locali per il controllo di lucrose attività illecite legate all’attività estorsiva nel settore turistico ed ai traffici di armi e stupefacente; basti ricordare l’uccisione del boss Angelo Notarangelo detto “cintaridd”, il tentato omicidio del suo amico FINALDI Emanuele detto “martufello”, avvenuto lo scorso Aprile e la successiva uccisione di SOLITRO Marino detto “Marinuccio”, nonché numerosi altri episodi intimidatori in danno di esponenti di spicco della mala viestana.
Lo scorso 20 Giugno 2015, nel corso di complesse attività di indagine, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Bari e dalla Procura della Repubblica di Foggia, personale della Polizia di Stato del Commissariato di Manfredonia assicurava alla Giustizia un insospettabile incensurato viestano, DIES Matteo, di anni 43, ex guardia giurata di un noto istituto di vigilanza locale, avente il compito di custodire un vero e proprio arsenale che, sin da subito, è apparso direttamente riferibile ai clan di criminalità organizzata operanti a Vieste e nelle zone limitrofe.
Presso la sua abitazione di via Dante Alighieri civico 135, in particolare all’interno di un box di pertinenza della stessa, veniva rinvenuto un arsenale di armi, tra mitra, fucili automatici di precisione dotati di sofisticati cannocchiali, fucili a pompa, pistole e munizioni di ogni genere e calibro, silenziatori, passamontagna e ricetrasmittenti.
Proprio per l’imponenza e la pericolosità del materiale sequestrato gli investigatori hanno ritenuto di aver messo le mani sull’armiere e sull’arsenale della criminalità locale e, considerando i gravissimi fatti di sangue di cui si è detto, il materiale veniva consegnato al Gabinetto Regionale Polizia Scientifica di Bari per la sottoposizione ai necessari rilievi balistici che permetteranno con ogni probabilità di chiarire le dinamiche criminali garganiche, soprattutto dei recenti fatti di sangue.
Dall’arresto di DIES Matteo si è intensificata l’attività di indagine che ha permesso di ricondurre univocamente la disponibilità dell’arsenale sequestrato al sorvegliato speciale RADUANO Marco, che tra l’altro per diverso tempo ha mantenuto la sua residenza nello stesso stabile di via Dante Alighieri civico 135.
Avendo ravvisato il G.I.P. un concreto ed attuale rischio di recidiva, considerata la “professionalità” del RADUANO Marco (che si è avvalso di un incensurato per custodire un arsenale di armi e già condannato per furti, rapine e tentato omicidio), ritenuto che il rischio potesse essere scongiurato solo con una misura di carattere detentivo, considerata la richiesta  del P.M. della custodia cautelare in carcere per l’esponente di spicco della criminalità viestana, applicava nei suoi confronti la misura degli arresti domiciliari in Vieste.