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Vieste/ Vieste/ Arrestato Marco Raduano (2)

Arrestato il «titolare» delle armi della mala. Posto ai domiciliari. A giugno la polizia bloccò il custode e trovò le armi: fucili e pistole utilizzati anche per i recenti omicidi? 

 

 Sarebbe Marco Raduano, sorvegliato speciale viestano di 32 anni, detto «Pallone» ed ex braccio destro del boss Angelo Notarangelo assassinato lo scorso 26 gennaio, il "«proprietario» dell’arsenale della mala scoperto dalla Polizia lo scorso 20 giugno, quando fu arrestato in flagranza un ex vigilante viestano e vennero sequestrati fucili, pi­stole e munizioni. E’ quanto ritengono gli agenti del commissariato di Manfredo­nia ed i colleghi della squadra mobile di Foggia che hanno arrestato Raduano per concorso in ricettazione e detenzione il­legale di armi e munizioni, eseguendo un’ ordinanza di custodia cautelare ai do­miciliari firmata dal gip del Tribunale di Foggia Armando Dello Iacovo su ri­chiesta del pm Antonio Laronga, che chiedeva la detenzione in carcere. «Il mio assistito si dice innocente, è completa­mente estraneo alla vicenda: lo dirà al gip quando sarà sentito in Tribunale a Fog­gia nei prossimi giorni» dichiara al cro­nista il difensore, l’avv. Francesco Santangelo. Le indagini degli agenti del commis­sariato sipontino al comando del primo dirigente Agostino De Paolis; della squadra mobile, di Procura foggiana e colleghi della Dda proseguono; investigatori e pm sono in attesa delle consu­lenze balistiche sulle armi rinvenute all’alba del 20 giugno, per verificare se siano state usate in agguati. Quaranta­quattro giorni fa i poliziotti arrestarono in flagranza Matteo Dies, incensurato di 43 anni, sequestrandogli in un box di via Dante Alighieri 135 ben 6 fucili, una ca­rabina, 5 pistole, munizioni anche per kalashnikov, scanner, mirini di precisione. Il prosieguo delle indagini ha portato all’arresto di Raduano «che si è avvalso di un incensurato per custodire l’arse­nale di armi» come scritto dal gip nell’or­dinanza di custodia cautelare ai domi­ciliari. «L’attività di indagine ha permes­so» dicono in una nota i poliziotti «di ricondurre univocamente la disponibilità dell’arsenale sequestrato proprio a Raduano; che tra l’altro Per diverso tem­po ha mantenuto la residenza nello stesso stabile di via Dante Alighieri 135», teatro della perquisizione dello scorso giugno col sequestro di armi e munizioni. «Raduano è un esponente di spicco della criminalità viestana: era» dicono gli investigatori «il luogotenente del boss Angelo Notarangelo, ammazzato a gen­naio; e con lui ritenuto a capo dì un’as­sociazione criminale dedita ad una fio­rente attività estorsiva», con riferimento anche alla condanna in primo grado del giovane viestano a 8 anni e 4 mesi per estorsione nel processo «Medioevo», in cui era coimputato di Notarangelo. Raduano «nonostante la giovane età» prosegue la nota della Po­lizia «annovera un impressionante cur­riculum delinquenziale, spaziante da reati contro il patrimonio, quali furto, ricettazione e riciclaggio a più impor­tanti reati contro la persona, quali rapina e tentato omicidio». Il sospetto investigativo, che il prosieguo delle indagini dovrà confermare o smentire è che tra le armi sequestrate ci possano essere anche quelle usate per una serie di agguati registrati dall’inizio dell’anno a Vieste e forse collegati «ad uno scontro al vertice delle organizza­zioni criminali locali per il controllo di lucrose attività illecite legate all’attività estorsi va nel settore turistico ed ai traffici di armi e stupefacente». Il riferimen­to degli investigatori è «all’omicidio di Angelo Notarangelo de1 26 gennaio; al tentato omicidio del suo amico Emanue­le Finaldi detto "martufello", della sera del 10 marzo; il successivo omicidio di Marino Solitro detto "Marinuccio", ucciso sotto casa il 29 aprile, nonché nu­merosi altri episodi intimidatori in dan­no di esponenti di spicco della mala viestana. I rilievi balistici in corso presso il gabinetto regionale di polizia scientifica di Bari» conclude la nota degli investi­gatori «potrebbero permettere di chia­rire le dinamiche criminali garganiche, soprattutto dei recenti fatti di sangue».

la gazzetta di capitanata